mercoledì, Settembre 24, 2025
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Meloni su Flotilla: “Missione irresponsabile ma indaghiamo sull’attacco. Putin? Sta provocando”

AGI – “La mia condanna per quello che è accaduto stanotte è totale e ovviamente stiamo facendo le nostre indagini per avere certezze sulle responsabilità“. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ai giornalisti a New York, dove è in corso l’Assemblea Generale dell’Onu, parlando degli attacchi notturni alla Global Sumud Flotilla. “Il ministro Crosetto – ha proseguito la premier – ha autorizzato l’invio di una fregata ad avvicinarsi in caso di soccorso necessario e assistenza a persone che dovessero essere in pericolo anche se non è previsto l’uso della forza militare. Intanto condanno fermamente l’attacco alla Flotilla. Stiamo indagando“. 

Richiamo alla responsabilità per la Flotilla

“Penso comunque che ora vada fatto un richiamo a tutti alla responsabilità, in modo particolare perché sulla Flotilla ci sono parlamentari – ha aggiunto la premier – specie perché si tratta di parlamentari della Repubblica italiana e c’è in gioco l’incolumità delle persone”. Tuttavia, ha puntualizzato la premier, “i parlamentari sono pagati per lavorare nelle istituzioni. Se il tema sono gli aiuti, quelli si potevano consegnare in sicurezza. Non si può rischiare l’incolumità delle persone per iniziative che mettono più in difficoltà il governo invece di aiutare concretamente”. Poi l’affondo: “L’obiettivo è quello di portare aiuti a Gaza o di creare difficoltà all’esecutivo? Vedo quello che succede e non sono una stupida. L’obiettivo in Italia è quello di un attacco al governo”.

Il riconoscimento della Palestina

“Siamo disponibili a riconoscere la Palestina ma non a riconoscere Hamas – ha poi ribadito il presidente del Consiglio -. Quando l’opposizione dice no alla nostra proposta di mozione cosa dice esattamente? Che non vuole il rilascio degli ostaggi? Che vuole Hamas nel futuro della Palestina? La nostra proposta mette insieme le due necessità: fare pressione e dare indicazioni chiare sullo stato futuro di Palestina”, ha affermato la premier.

Provocazioni ed escalation con la Russia

Quanto alle recenti incursioni di Mosca nei cieli dei paesi membri Nato, la premier ha detto che “la parola provocazione è una parola corretta, perché si tratta di provocazioni. Io penso che sia molto importante ragionare a sangue freddo, perché una escalation conviene solamente a Putin e alla Russia, che sono oggettivamente in difficoltà. Noi dobbiamo fare tutto quello che possiamo per non cadere in queste trappole e in queste provocazioni. È evidente che – ha puntualizzato anche la premier – in tutto il mondo, quando c’è un aereo militare che può rappresentare una minaccia che sorvola il proprio spazio aereo, si abbatte. Questo prevedono le norme” ma questo non significa – ha proseguito Meloni – che “automaticamente” sia dia il via a una un escalation. Ancora, ha aggiunto, “penso che la Russia stia aumentando queste provocazioni, anche con droni, per due ragioni: la prima è impedire che i paesi europei invino sistemi di difesa antiaerea in Ucraina. L’altra, banalmente, è che Putin – secondo me – cerca di spostare l’attenzione dal fallimento dell’offensiva estiva” visto che “il fronte non si è spostato” nella regione del Donbass e non solo. “La retorica sull’escalation con la Nato credo serva soprattutto a distogliere l’attenzione e l’opinione pubblica”, ha concluso Meloni.

Il clima d’odio in Italia

“Sono stata all’opposizione molto, molto a lungo, e non ho mai usato questi toni e non avevo problemi a fare opposizione”. Meloni è poi tornata a denunciare un “pericoloso” clima d’odio acuito ulteriormente dalle accuse mosse nei suoi confronti da esponenti della sinistra che “contribuiscono a creare questo clima”.

“Quello che vedo è che sono le mie immagini che vengono bruciate per strada e non quelle degli esponenti della sinistra“, ha proseguito senza voler citare nomi di “esponenti dell’altra parte” che, “in televisione, invitano gli italiani a venire sotto casa mia per dirmi dell’assassina”. “Io – hareplicato la premier – non ricordo di aver mai dato dell’assassino a nessuno” mentre “ancora vengo definita quotidianamente complice di quello che accade a Gaza, che ho le mani sporche di sangue, che sono un’assassina”.

Il rischio di emulazione

“Quando tu dici al mondo, in un contesto come quello nel quale ci troviamo, che il Presidente del Consiglio è un assassino, che il Ministro degli esteri è un assassino, il rischio che qualcuno che, non ha tutte le rotelle a posto, domani decida di risolvere questo problema, viene in mente o non viene in mente?”, si è chiesta la premier confermando che, dal suo punto di vista, c’è in Italia il “problema di un clima che si sta deteriorando” e che “ci sia anche un problema di giustificazionismo o di silenzio rispetto a quello che accade”.

“Le accuse che vengono rivolte in Parlamento contribuiscono a creare questo clima, perché è ovvio che se un parlamentare ti dice che tu sei complice di genocidio, che cosa ti deve dire il cittadino comune?. Io – ha concluso Meloni – richiamo alla responsabilità, sono tenuta a farlo”.

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