venerdì, Settembre 26, 2025
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Smartwatch e salute: l’approccio Amazfit spiegato da Jesús Carrero

AGI – Amazfit è ormai una presenza consolidata sul mercato italiano dei dispositivi indossabili. Dalle prime soluzioni dedicate al monitoraggio sportivo fino agli attuali smartwatch, braccialetti e anelli intelligenti, l’azienda ha ampliato progressivamente la propria offerta, coniugando tecnologia e benessere. Oggi, accanto alle funzioni per l’allenamento, i prodotti Amazfit mettono al centro il monitoraggio della salute e del recupero, con l’obiettivo di democratizzare l’accesso a dati e strumenti che un tempo erano riservati solo agli atleti professionisti.

AGI ha intervistato Jesús Carrero, General Manager EMEA di Zepp Health, per capire come si stia evolvendo questa strategia.

Negli ultimi anni gli smartwatch sono passati dal monitoraggio sportivo alla salute quotidiana. Come si inserisce Amazfit in questo cambiamento?
I due aspetti sono collegati. Nel lungo periodo non si può crescere nello sport senza prendersi cura dell’equilibrio e senza prestare attenzione a parametri che indicano, ad esempio, il livello di affaticamento, sia a breve che a lungo termine. Tutti i dati di allenamento e recupero confluiscono in un’unica piattaforma, la Zepp App, che offre anche strumenti innovativi per rilassarsi, addormentarsi o analizzare e tracciare la dieta. Naturalmente, gli atleti professionisti vivono lo sport in maniera diversa dagli amatori: per loro non è solo una passione, ma un lavoro quotidiano. Ecco perché il monitoraggio dei dati post-allenamento e di recupero, che consente di capire e anticipare come ci si sentirà, è ancora più importante. La buona notizia è che queste soluzioni Amazfit usate dai professionisti sono accessibili anche agli amatori, a prescindere dal livello sportivo.

Il T-Rex 3 Pro raccoglie parametri complessi come VO2 max, variabilità cardiaca, qualità del sonno e BioCharge. Quanto è importante trasformare questi dati in indicazioni pratiche?
Fondamentale. L’attività fisica è la chiave per stare bene, ma i carichi devono essere calibrati sull’età, sulla condizione e sul livello di allenamento. Anche gli amatori, che hanno famiglia, lavoro e stress, devono considerare il recupero, di cui il sonno è la componente più importante. I nostri dispositivi permettono di capire i momenti in cui il corpo entra nel sonno profondo, di monitorare l’energia interna e di adattare le proprie abitudini. Così i dati diventano strumenti concreti per prendere decisioni migliori, per esempio scoprire in quali orari il corpo entra più spesso nella fase di sonno profondo – più rilevante della durata complessiva del riposo – e regolare di conseguenza l’orario di coricarsi. I dati permettono di ricostruire ciò che non ci si ricorda da soli, come allenamenti e sensazioni di due settimane prima. Recupero e allenamento sono processi, e con gli strumenti giusti si possono gestire al meglio.
Un esempio è Ruth Croft, una delle migliori trail runner al mondo, che ha vinto una gara di 174 km al Monte Bianco con 9.900 metri di dislivello. Per prepararsi a uno sforzo simile non basta allenarsi e alimentarsi bene: bisogna curare il recupero nei giorni finali. I dati raccolti con l’Helio Strap hanno mostrato che la notte prima della gara ha dormito oltre 10 ore, di cui 2,5 di sonno profondo, raggiungendo un livello BioCharge del 91%. È stato un fattore decisivo per la vittoria

La batteria è un punto forte dei vostri dispositivi, con autonomie che superano le tre settimane. Quanto conta questa caratteristica?
Conta moltissimo. Un tempo l’orologio sportivo veniva usato solo durante gli allenamenti. Oggi, invece, si chiede a questi strumenti di monitorare 24 ore su 24. Se la batteria si esaurisce subito, il beneficio diminuisce. Noi investiamo in sensori e componenti ottimizzati per garantire continuità: l’utente non deve preoccuparsi di ricaricare ogni sera, e questo rende il monitoraggio realmente utile.

Amazfit propone un ecosistema che integra allenamento, benessere e anche intrattenimento. Quanto è importante questa visione?
Gli indossabili ci accompagnano sempre, non solo nello sport. Per questo abbiamo creato un ecosistema che comprende orologi, anelli, fasce ed auricolari, arricchiti da strumenti di intelligenza artificiale come Zepp Aura, Zepp Coach e Zepp Flow. Gli utenti possono collegare accessori di terze parti, condividere i dati su piattaforme come Strava e, a differenza di altri brand, accedere gratuitamente alla Zepp App. Vogliamo offrire scelta e flessibilità.

Il T-Rex 3 Pro è pensato anche per sport estremi, con GPS dual-band e mappe offline. Ma come rendete accessibile questa tecnologia a chi cerca solo strumenti di benessere?
Questa è la nostra filosofia: democratizzare i dati. Un tempo parametri avanzati erano appannaggio dei professionisti, oggi invece li rendiamo comprensibili e utili a tutti. Per questo abbiamo ricostruito l’app e rinnovato Zepp OS: non serve essere atleti per capire i dati, che vengono presentati in modo semplice e traducibili in scelte quotidiane.

Amazfit è partner di HYROX, uno sport emergente. Ci sarà sempre più interconnessione tra professionismo e vita quotidiana?
Sta già accadendo. I professionisti usano gli stessi strumenti di chi corre per piacere o benessere. Il principio è lo stesso: l’attività fisica va calibrata sulle capacità individuali. La tecnologia offre dati e guida: questo vale per chi si prepara a una competizione come per chi vuole semplicemente dormire meglio.

Quali saranno le priorità future nello sviluppo degli smartwatch Amazfit?
Tre direzioni principali: includere nuovi sport e discipline, arricchire i parametri di salute e recupero, integrare più profondamente l’intelligenza artificiale. Già oggi con Zepp Aura o Zepp Coach usiamo modelli linguistici per offrire consigli personalizzati. Ma siamo solo all’inizio: immaginate un orologio che rileva un calo improvviso della frequenza cardiaca e vi suggerisce di fermarvi all’ombra e bere. Questa non è fantascienza: è la direzione in cui i nostri dispositivi stanno già andando.

 

 

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