sabato, Settembre 27, 2025
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Ripristinate le sanzioni Onu all’Iran per il programma nucleare

AGI – Le sanzioni dell’Onu contro l’Iran per il suo programma nucleare torneranno in vigore sabato a mezzanotte, mentre l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha confermato di avere ripreso questa settimana le ispezioni nei siti atomici iraniani dopo una lunga sospensione seguita ai bombardamenti compiuti da Israele e Stati Uniti a giugno. La Russia, sostenuta dalla Cina, ha tentato fino all’ultimo di ottenere un rinvio della reintroduzione delle misure, proponendo di prorogare i negoziati fino al 18 aprile 2026. Ma la mozione è stata respinta dal Consiglio di sicurezza con nove voti contrari, quattro a favore e due astensioni. Mosca ha fatto sapere di considerare il ripristino delle sanzioni “nullo” e ha lasciato intendere di non volerle applicare nonostante l’obbligo previsto dal diritto internazionale.

Francia, Germania e Regno Unito avevano attivato la procedura di ‘snapback’ per la reintroduzione automatica delle sanzioni, chiedendo a Teheran di annullare una serie di decisioni adottate dopo i raid israeliani e statunitensi e di consentire pieno accesso agli ispettori Onu.

Sanzioni al settore bancario e petrolifero

“Le sanzioni Onu, che colpiscono in particolare i settori bancario e petrolifero iraniani, torneranno in vigore questo fine settimana”, ha annunciato l’ambasciatrice britannica presso le Nazioni Unite Barbara Woodward, ribadendo che Londra “resta pronta a continuare il dialogo con Teheran per trovare una soluzione diplomatica che affronti le preoccupazioni internazionali sul programma nucleare iraniano” e che, in caso di intesa, “potrebbe consentire la revoca delle misure”.

Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha replicato definendo la mossa “giuridicamente nulla, politicamente imprudente e procedimentalmente viziata”, accusando Stati Uniti ed europei di avere travisato il carattere pacifico del programma nucleare di Teheran. “Abbiamo avanzato diverse proposte praticabili”, ha detto, sottolineando che l’Iran “non si piegherà alle pressioni” ma resta disponibile a nuovi colloqui.Araghchi ha ricordato di avere firmato un’intesa con l’Aiea al Cairo e che il direttore generale dell’agenzia si è detto “soddisfatto”.

Le accuse agli Usa

Il presidente iraniano Massoud Pezeshkian, intervenuto a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, ha affermato che l‘Iran non uscirà dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) in risposta al ritorno delle sanzioni, ma ha accusato Washington di “non essere stata seria” nei negoziati.

 

 

“Abbiamo raggiunto intese in diverse occasioni, ma non sono mai state considerate seriamente dagli americani”, ha dichiarato ai giornalisti a margine dell’Assemblea generale dell’Onu. Il riferimento è anche al periodo in cui, durante il primo mandato di Donald Trump, Washington si era ritirata dall’accordo sul nucleare del 2015, imponendo severe sanzioni unilaterali e spingendo gli alleati europei a fare altrettanto.

Steve Witkoff, inviato speciale dell’allora presidente Usa e negoziatore con Teheran fino all’attacco israeliano di giugno, ha riconosciuto mercoledì che l’Iran si trova in “una posizione difficile”, ma ha lasciato aperta la porta a una possibile soluzione diplomatica. Pezeshkian ha respinto l’approccio di Washington, sostenendo che la mancanza di serieta’ americana ha fatto deragliare ogni intesa. L’Iran ribadisce da tempo di non voler sviluppare armi nucleari. 

L’Iran richiama gli ambasciatori

L’Iran ha richiamato i suoi ambasciatori in Francia, Germania e Regno Unito per consultazioni, in vista della reimposizione delle sanzioni contro Teheran dopo il fallimento dei negoziati con questi tre paesi sul programma nucleare iraniano, secondo quanto riportato dai media statali.
“A seguito dell’azione irresponsabile di tre paesi europei volta a ripristinare le risoluzioni abrogate del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, gli ambasciatori iraniani in Germania, Francia e Regno Unito sono stati richiamati a Teheran per consultazioni”, ha riferito la televisione di stato.

 

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