AGI – Domani la Moldavia terrà elezioni parlamentari che potrebbero determinare il percorso del Paese o verso l’adesione all’Ue o verso il ritorno nell’orbita di Mosca, con diffuse segnalazioni di ingerenze russe nei suoi affari interni.
La presidente filo-europeo Maia Sandu e il suo Partito di Azione e Solidarietà (Pas), che spera di confermare la sua maggioranza in Parlamento, si trovano ad affrontare una dura sfida da parte del Blocco elettorale patriottico, un’alleanza di formazioni filo-russe e nostalgiche dell’era sovietica, in cui il partito piu’ grande è quello socialista, il cui leader Igor Dodon è stato sconfitto da Sandu nelle presidenziali del 2020.
Gli ultimi sondaggi rilevano che Pas perderà la maggioranza nell’organismo da 101 seggi, e sarà costretto a formare una coalizione con entità più piccole che superino la soglia del 5% prevista per i partiti singoli o quella del 7% stabilita per i blocchi. Tra questi potrebbero rientrare il populista Nostro Partito – dall’ex sindaco di Balti Renato Usatii, che in passato ha avuto legami con politici nazionalisti russi – e il Blocco alternativo – guidato da Ion Ceban, sindaco della capitale Chisinau, e dal secondo classificato alle presidenziali dello scorso anno, Alexandru Stoianoglo – che mira a conquistare elettori delusi del Pas. Pur essendo nominalmente filo-europeo, i suoi detrattori sostengono che Blocco alternativo sia un partito favorevole al Cremlino, progettato per sottrarre sostegno al Pas, preservando l’influenza di Mosca.
“I risultati di queste elezioni definiranno il futuro del Paese non solo per i prossimi quattro anni, ma per molti, molti anni a venire”, ha affermato Igor Grosu, a capo del Pas, e che probabilmente verrà nominato primo ministro se il partito otterrà la maggioranza alle elezioni.
Competizione serrata
La competizione alle urne si prevede serrata. In Moldavia, il potere è condiviso tra il presidente eletto direttamente – responsabile di politica estera e sicurezza – e un primo ministro nominato dal Parlamento. Se il Pas dovesse perdere pesantemente, Sandu potrebbe essere costretta a condividere il potere con Dodon, che potrebbe diventare primo ministro. Dodon ha trascorso un periodo agli arresti domiciliari con accuse di corruzione.
Ex funzionaria della Banca Mondiale eletta nel 2020 sull’onda del sentimento anti-corruzione, Sandu ha incentrato la sua presidenza su una linea pro-europea. Il suo governo ha supervisionato un referendum lo scorso ottobre in cui i moldavi hanno votato di misura per sancire l’adesione all’Ue come obiettivo costituzionale. Lo stesso giorno, Sandu è stata rieletta per un nuovo mandato di altri quattro anni.
Uno dei paesi più poveri d’Europa
L’elettorato, pero’, appare concentrato sulle questioni economiche in uno dei Paesi piu’ poveri d’Europa. L’inflazione è rimasta alta, l’emigrazione continua a ritmo sostenuto e la crescita del Pil è stata modesta, sebbene i suoi sostenitori sostengano che le sfide derivino in gran parte da shock esterni.
Situata tra Romania e Ucraina, con 2,4 milioni di abitanti, la Moldavia fin dalla sua indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991, ha oscillato tra posizioni filo-europee e filo-russe.
Sotto la guida di Sandu, il Paese ha accelerato il suo tentativo di liberarsi dall’influenza di Mosca, anche sullo sfondo dell’invasione russa dell’Ucraina. Ma l’ombra del Cremlino rimane minacciosa: Mosca ha 1.500 soldati di stanza in Transnistria, una regione governata da separatisti filo-russi che si sono sottratti al controllo del governo moldavo in una breve guerra negli Anni ’90. Chisinau afferma che Mosca ha pesantemente finanziato partiti filorussi, programmi di compravendita di voti e campagne di propaganda mirate ad alimentare il sentimento anti-occidentale nel Paese.
La scorsa settimana, le autorità hanno effettuato 250 raid e arrestato decine di sospettati nell’ambito di un’indagine su un presunto complotto sostenuto dalla Russia per incitare “rivolte di massa” in occasione delle elezioni. Un’inchiesta della Reuters ha rivelato come Mosca abbia reclutato e pagato decine di sacerdoti in una nazione profondamente religiosa per esortare a votare contro il Pas. Il servizio di intelligence estera russo (Svr), pochi giorni fa, ha dichiarato senza fornire prove che le Forze della Nato si stanno radunando in Romania e sono pronte a occupare la Moldavia dopo le elezioni in caso le “rozze falsificazioni in preparazione a Bruxelles e Chisinau” dovessero portare a disordini.