lunedì, Settembre 29, 2025
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Ecco il piano Usa per Gaza in 20 punti. Trump: “Se Hamas non accetta, Israele sarà libero di agire”

AGI – Il presidente Usa Donald Trump ha ringraziato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, per aver accettato il suo Piano per la Striscia di Gaza.
“Questo è un giorno molto, molto importante, potenzialmente uno dei più grandi giorni di sempre per la civiltà”, ha detto Trump in conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con Netanyahu, che ha ringraziato “per essersi impegnato davvero e aver fatto un buon lavoro”.

“Abbiamo lavorato bene insieme, come abbiamo fatto con molti altri Paesi”, ha aggiunto. Il presidente degli Stati Uniti ha parlato di “un giorno storico per la pace” e ha riferito che nel suo colloquio con Netanyahu hanno discusso “su come porre fine alla guerra a Gaza”. “Ma è solo una parte del quadro generale”, ha poi sottolineato. “Chiamiamola pace eterna in Medio Oriente“, ha proseguito Trump continuando a ringraziare il collega israeliano “per aver accettato il piano”.

Se Hamas non accetta, Israele sarà libero di agire

“Hamas è l’unica a non aver ancora accettato” il piano della Casa Bianca su Gaza. Lo ha sottolineato il presidente Usa, Donald Trump, avvertendo che in caso di rifiuto della proposta americana da parte del gruppo palestinese, Israele avrà l’appoggio degli Stati Uniti per agire di conseguenza. In conferenza stampa dopo i loro colloqui alla Casa Bianca
Il presidente degli Stati Uniti ha ringraziato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e i leader mondiali per aver contribuito a realizzare il suo piano per la pace a Gaza; ne ha elencati alcuni tra cui Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Turchia, Indonesia, Pakistan, Egitto. Molti di questi, ha detto Trump, saranno importanti per “trattare” con Hamas.
“Spero che si raggiunga un accordo di pace e, se Hamas lo rifiuta, cosa sempre possibile, rimarranno solo loro. Tutti gli altri l’hanno accettato. Ma ho la sensazione che avremo una risposta positiva”, ha aggiunto il presidente americano. Trump ha però avvertito che se Hamas non accetterà, Israele avrà il “pieno appoggio” degli Stati Uniti per “fare ciò che deve fare”.

 

Il Piano per la Strisci a di Gaza

Un piano di pace internazionale per mettere fine alla guerra a Gaza e “avviare un percorso per l’autodeterminazione del popolo palestinese”, perché “Israele non annetterà Gaza“.
Sono i passaggi chiave contenuti nel piano con venti punti presentato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel giorno del bilaterale alla Casa Bianca con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Trump ha parlato di un piano che scatterà dal momento in cui verrà accettato da Israele e da Hamas. Gaza viene immaginata come una “zona deradicalizzata e senza minacce terroristiche”, promuovendo la sicurezza per Israele e i Paesi vicini.

La proposta americana prevede un cessate il fuoco immediato, con il ritiro delle forze israeliane a linee concordate e la sospensione di tutte le operazioni militari, fino al rilascio dei prigionieri e ostaggi: “entro 72 ore dall’accettazione pubblica dell’accordo, tutti gli ostaggi, vivi o deceduti, saranno restituiti”, e Israele libererà 250 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo e altri 1700 abitanti di Gaza arrestati dopo la strage di israeliani del 7 ottobre 2023.

“Gli esponenti di Hamas che accetteranno la convivenza pacifica e la smilitarizzazione riceveranno l’amnistia”, mentre chi vorrà lasciare Gaza avrà un passaggio sicuro. “Nessun palestinese – si legge nel documento – verrà costretto ad andarsene”.

Il piano prevede l’avvio immediato di un programma di aiuti umanitari, compreso il ripristino di infrastrutture essenziali, ospedali, strade e servizi pubblici, gestito da organizzazioni internazionali indipendenti come Onu e Croce Rossa. C’è anche un passaggio che riguarda il futuro governo di Gaza.

Il piano prevede l’istituzione di un “comitato tecnico palestinese apolitico“, supervisionato da un nuovo organo internazionale, il “Board of Peace”, presieduto dallo stesso Trump e con membri di primo piano, tra cui l’ex premier britannico Tony Blair. Questo organismo “guiderà la ricostruzione, attrarrà investimenti e implementerà un piano economico speciale, con zone a regime preferenziale per stimolare occupazione e sviluppo”.

Tutti i gruppi armati saranno esclusi dalla gestione politica e il territorio sarà smilitarizzato sotto monitoraggio internazionale, con programmi di riconversione e consegna delle armi. Una Forza internazionale di stabilizzazione, in collaborazione con forze palestinesi addestrate e partner regionali, garantirà sicurezza interna e controllo delle frontiere, mentre le truppe israeliane si ritireranno progressivamente. “Israele non occuperà ne’ annettera Gaza”.

“Con l’instaurarsi del controllo e della stabilità da parte delle Isf, Forze di stabilizzazione internazionale – stabilisce il piano – le Idf, Forze di difesa israeliane, si ritireranno secondo standard, traguardi e tempistiche legate alla smilitarizzazione, concordati tra Idf, Isf, i garanti e gli Stati Uniti, con l’obiettivo di una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l’Egitto o i loro cittadini”.

“Praticamente – continua il documento – le forze israeliane cederanno progressivamente il territorio di Gaza occupato alle forze internazionali, secondo un accordo con l’autorità transitoria fino al completo ritiro, salvo una presenza perimetrale di sicurezza che rimarrà fino a quando Gaza non sarà adeguatamente sicura da qualsiasi minaccia terrorista”.

Con l’avanzamento della riqualificazione di Gaza e il “fedele svolgimento del programma di riforma dell’Autorità Palestinese, potranno finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e lo Stato palestinese, riconosciuto come aspirazione del popolo palestinese”.

“Gli Stati Uniti – si legge ancora – stabiliranno un dialogo tra Israele e palestinesi per concordare un orizzonte politico di convivenza pacifica e prospera”. Il progetto include dialoghi interreligiosi per promuovere la tolleranza, ponendo le basi per la coesistenza pacifica tra Israele e Gaza”. 

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