La prima reazione di Hamas al piano statunitense per Gaza presentato da Trump è arrivata. Fonti palestinesi vicino alla leadership del movimento fanno sapere che il gruppo islamista vuole la modifica di alcune clausole del piano, in particolare i punti che riguardano il disarmo.
I negoziatori del movimento hanno tenuto ieri colloqui a Doha con mediatori di Qatar ed Egitto e funzionari turchi e fra “due o tre giorni al massimo” – spiegano persone a conoscenza della questione – daranno la loro risposta. Il gruppo islamista “vuole modificare alcune clausole, come quella sul disarmo e l’espulsione dei suoi funzionari” dal territorio, spiegano le fonti, sottolineando che i leader di Hamas vogliono anche “garanzie internazionali” che Israele si ritiri completamente dalla Striscia di Gaza e che non ci siano più omicidi all’interno o all’esterno del territorio.
Un’altra fonte vicina ai negoziati ha dichiarato all’AFP che “ci sono due opinioni all’interno di Hamas” riguardo al piano americano: “la prima sostiene l’approvazione incondizionata, poiché la priorità è un cessate il fuoco nel quadro delle garanzie fornite da Trump, con mediatori che garantiscano l’attuazione del piano da parte di Israele“, ha affermato la fonte. La seconda è favorevole a un’approvazione condizionata, con chiarimenti che riflettano le richieste di Hamas e dei movimenti di resistenza, esprimendo al contempo “serie riserve riguardo alle clausole chiave, rifiutando il disarmo e le espulsioni“.
Le fonti aggiungono che non è stata fissata una data precisa per la risposta di Hamas al piano, risposta che i mediatori hanno chiesto di fornire in pochi giorni. Il movimento islamista ha anche avvertito che potrebbe essere necessario apportare modifiche alla tempistica per il rilascio degli ostaggi, compresi quelli deceduti, poiché sarebbe necessario del tempo per individuare i luoghi di sepoltura dei prigionieri morti nel territorio della Striscia.
I punti principali del ‘Piano Trump’
Il piano statunitense prevede un cessate il fuoco immediato, con il ritiro delle forze israeliane a linee concordate e la sospensione di tutte le operazioni militari, fino al rilascio dei prigionieri e ostaggi: “entro 72 ore dall’accettazione pubblica dell’accordo, tutti gli ostaggi, vivi o deceduti, saranno restituiti“, e Israele libererà 250 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo e altri 1700 abitanti di Gaza arrestati dopo la strage di israeliani del 7 ottobre 2023.
“Gli esponenti di Hamas che accetteranno la convivenza pacifica e la smilitarizzazione riceveranno l’amnistia”, mentre chi vorrà lasciare Gaza avrà un passaggio sicuro. “Nessun palestinese – si legge nel documento – verrà costretto ad andarsene”.
Tra i punti, anche il tema umaitario. Una vola raggiunto il cessate il fuoco, si avvierà un programma di aiuti umanitari, compreso il ripristino di infrastrutture essenziali, ospedali, strade e servizi pubblici, gestito da organizzazioni internazionali indipendenti come Onu e Croce Rossa. C’è poi anche un passaggio che riguarda il futuro governo di Gaza.
Il piano prevede poi l’istituzione di un “comitato tecnico palestinese apolitico“, supervisionato da un nuovo organo internazionale, il “Board of Peace”, presieduto dallo stesso Trump e con membri di primo piano, tra cui l’ex premier britannico Tony Blair. Questo organismo “guiderà la ricostruzione, attrarrà investimenti e implementerà un piano economico speciale, con zone a regime preferenziale per stimolare occupazione e sviluppo”.
Tutti i gruppi armati saranno esclusi dalla gestione politica e il territorio sarà smilitarizzato sotto monitoraggio internazionale, con programmi di riconversione e consegna delle armi. Una Forza internazionale di stabilizzazione, in collaborazione con forze palestinesi addestrate e partner regionali, garantirà sicurezza interna e controllo delle frontiere, mentre le truppe israeliane si ritireranno progressivamente.
La Nato difenderà il Qatar
Nel frattempo, Doha – sin dall’inizio del conflitto uno dei principali Paesi mediatori – dopo l’attacco subito qualche settimana fa da Israele, è corsa ai ripari. Barak Ravid di Axios, uno dei siti di informazione più attendibili sulle questioni mediorientali, ha rivelato che il presidente Usa Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che rafforza notevolmente l’impegno degli Stati Uniti nei confronti del Qatar con una garanzia di sicurezza simile all’Articolo 5 della Nato. “Gli Stati Uniti considereranno qualsiasi attacco armato al territorio, alla sovranità o alle infrastrutture critiche dello Stato del Qatar come una minaccia alla pace e alla sicurezza degli Stati Uniti”, si legge nel documento diffuso, sottolineando che “in caso di tale attacco, Washington adotterà tutte le misure legittime e appropriate, comprese quelle diplomatiche, economiche e, se necessario, militari, per difendere gli interessi degli Stati Uniti e dello Stato del Qatar e per ripristinare la pace e la stabilita’”.