sabato, Ottobre 4, 2025
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Il Giappone si affida a una ‘thatcheriana’ intransigente

AGI – Sanae Takaichi, conservatrice ‘thatcheriana’ intransigente e sostenitrice della sicurezza, è pronta a diventare il nuovo primo ministro del Giappone, nonché la prima donna, assumendo la guida del Paese, quarta economia mondiale, in un momento di insolita instabilità politica, prezzi in aumento e tensioni crescenti nella regione Asia-Pacifico.

Giornalista televisiva di 64 anni passata poi in politica e con incarichi governativi di alto livello, ha sconfitto altri quattro candidati, tutti uomini, conquistando la leadership del Partito Liberal Democratico (LDP) al governo. Questa è la sua terza candidatura alla guida del partito.

È pronta a diventare primo ministro entro la fine del mese, succedendo a Shigeru Ishiba, che il mese scorso ha annunciato le sue dimissioni dopo meno di un anno di mandato, in seguito a due schiaccianti sconfitte parlamentari che sono costate al Partito Liberal Democratico (LDP) al governo da lungo tempo la maggioranza di coalizione in entrambe le camere legislative. Sarebbe il quarto primo ministro in cinque anni.

Takaichi è un’anomalia nella politica giapponese, dominata da generazioni di politici uomini che hanno seguito le orme dei loro padri e nonni. Nativa di Nara, nel Giappone occidentale, ha suonato la batteria in una band heavy metal durante gli anni del college e ama andare in moto e fare immersioni subacquee. È stata eletta al parlamento nel 1993 e ha ricoperto diversi incarichi governativi di alto livello, tra cui quello di ministro della sicurezza economica dal 2022 al 2024.

Takaichi, che ha come modello l’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher, ha infranto il più alto soffitto di cristallo delle cariche pubbliche in Giappone, diventando la prima leader donna di una nazione asiatica dominata dagli uomini e dal patriarcato. Ma non è nota per essere una sostenitrice della parità di genere.

Si è battuta contro il permesso alle coppie sposate di avere cognomi diversi e contro il permesso ai membri della linea materna della famiglia imperiale di salire al trono: due prove fondamentali per valutare la posizione dei politici sulle questioni di genere. I sostenitori della parità di genere hanno criticato la posizione di Takaichi sui diritti delle donne e hanno affermato che la sua vittoria non ha necessariamente un impatto significativo sul futuro avanzamento politico e professionale delle donne giapponesi.

Takaichi, nazionalista, sposterebbe nettamente a destra la politica giapponese. Pur credendo in una solida alleanza di sicurezza con gli Stati Uniti, sottolinea l’importanza di una politica estera “Japan First”, in cui Tokyo agisca innanzitutto nel suo interesse nazionale. Ha criticato i negoziati sui dazi di Tokyo con gli Stati Uniti, affermando che l’accordo presentava aspetti diseguali. Diventerà primo ministro in un momento di marcata volatilità geopolitica per il Giappone.

La regione Asia-Pacifico sta subendo una profonda trasformazione a causa dell’ascesa della Cina. L’approccio transazionale del presidente Donald Trump ai negoziati tariffari con il Giappone, un importante alleato in materia di sicurezza, ha lasciato perplessi molti funzionari di Tokyo. La guerra russa contro l’Ucraina ha innervosito i leader giapponesi, preoccupati che possa incoraggiare la Cina ad attaccare Taiwan e trascinare il Giappone nel conflitto.

Le sue capacità diplomatiche potrebbero essere messe subito alla prova: Trump potrebbe visitare il Giappone più avanti questo mese, quando prenderà parte al forum APEC in Corea del Sud. Takaichi è nota per le sue posizioni dure in materia di sicurezza nazionale, difesa e immigrazione. È una protetta dell’ex primo ministro Shinzo Abe, il premier giapponese con la carica più longeva e ideatore dell’iniziativa “Indo-Pacifico libero e aperto” che promuove il Giappone come contraltare all’ascesa economica e militare della Cina.

Dopo l’assassinio di Abe nel 2022, Takaichi è diventata un punto di riferimento per l’ala più aggressiva del partito. Secondo gli esperti, la sua posizione nazionalista rischia di complicare i rapporti con la Cina e potrebbe minare i recenti sforzi del Paese per migliorare i rapporti con la Corea del Sud. 

Nei rapporti con gli Usa, il punto di maggiore contesa potrebbe riguardare l’accordo commerciale raggiunto il mese scorso dalle amministrazioni Trump e Ishiba. Takaichi ha suggerito che potrebbe voler riaprire i colloqui sull’accordo tariffario, come gli impegni di investimento giapponesi per 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti.

“Se, nel corso dell’attuazione, dovessero emergere elementi che danneggiano l’interesse nazionale del Giappone, allora la rinegoziazione è una possibilità”, ha affermato Takaichi durante un dibattito su Fuji TV il mese scorso. Takaichi è sostenuta dai membri del suo partito che vogliono vedere il Giappone meno dipendente dagli Stati Uniti. Sostiene che il Giappone debba dotarsi di maggiori capacità difensive. Ha inoltre promosso un dibattito sull’autorizzazione all’uso di armi nucleari statunitensi in Giappone in caso di emergenza.

Durante un dibattito tra i candidati il ​​mese scorso, Takaichi ha affermato che il Giappone dovrebbe rafforzare la sua alleanza con gli Stati Uniti e aumentare la cooperazione con la Corea del Sud e le Filippine. Ha affermato di nutrire preoccupazioni riguardo alla Cina, ma spera di poter continuare il dialogo con Pechino. 

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