AGI – È morta a 89 anni Joan Kennedy, nata Bennett, ex moglie del senatore Edward ‘Ted’ Kennedy. È morta come aveva vissuto gran parte della sua vita: ai margini di una leggenda americana, dentro una storia troppo grande, troppo tragica, troppo raccontata per lasciare spazio al respiro di una donna reale.
Per vent’anni i suoi tre figli – Kara, Edward Jr. e Patrick – avevano ottenuto la tutela legale della madre, una misura estrema ma ritenuta necessaria, spiegarono, dopo decenni di battaglie contro l’alcol e la depressione. Una decisione che sembrava scritta nel destino di una famiglia segnata dalla grandezza e dalla tragedia. Joan, per alcuni, è stata la “vittima invisibile” di quel destino cupo che ha segnato generazioni di Kennedy. Nata a New York, cresciuta in una famiglia cattolica, ex modella televisiva da adolescente, Joan aveva sposato Ted nel ’58, portando in dote nel clan di Hyannis Port la grazia misurata di una pianista classica, educata a misurare il tempo in battute, non in appuntamenti elettorali.
Rottura con la tradizione e sogni infranti
In questo rappresentava un punto di rottura con la tradizione. Nel decennio successivo, però, Joan aveva assistito al dissolversi di un sogno nazionale: prima Dallas, poi Los Angeles, la morte del presidente John Fitzgerald Kennedy, e poi quella del candidato presidenziale Bob Kennedy. Due fratelli, due attentati e due funerali che segnarono per sempre il volto dell’America. Ted, il più giovane dei fratelli, sembrava destinato a completare il percorso interrotto di John e Robert. Molti ne avevano invocato la candidatura, ma la successione non si è mai realizzata. Il 1969, invece, passerà alla storia della famiglia come l’anno della caduta definitiva.
A Chappaquiddick, Massachusetts, la sua auto finì nelle acque scure del canale. La giovane Mary Jo Kopechne, che era con lui, morì intrappolata nell’auto; Ted si salvò, ma impiegò ore prima di chiamare aiuto. Risultò poi che fosse scappato dal luogo dell’incidente. Venne condannato a due mesi di carcere, ma la pena venne sospesa.
Distanza e divorzio: un lento naufragio
Nessuno ha mai dimenticato quella storia. Joan, allora incinta e già provata da due aborti, lo accompagnò al funerale della ragazza. Poco dopo perse il bambino. Da lì in avanti, la distanza tra i due si allargò fino a un punto di non ritorno. Quando nel 1980 Kennedy tentò invano di sfidare Jimmy Carter per la nomination democratica, il matrimonio era già un fantasma ma venne tenuto in piedi per non rovinare l’immagine del senatore. Poco più di due anni dopo era seguito il divorzio. La vita pubblica di Joan Kennedy è stato un lento naufragio in diretta, puro realismo americano, come un personaggio dei romanzi di Carver.
Arresti per guida in stato di ebbrezza, ricoveri, ricadute. Le foto dei tabloid mostravano una donna elegante ma confusa, lontana da sé stessa, dalla leggenda dei Kennedy, dal glamour americano, inseguita dai riflettori di una fama non desiderata. In una famiglia di maratoneti e oratori, tutti sempre a loro agio davanti a una telecamera, un flash dei fotografi, un microfono, lei era rimasta la musicista silenziosa, l’introversa costretta a recitare la parte della first lady di un sogno tramontato. Però l’eleganza dei sentimenti non l’ha mai abbandonata.
Negli ultimi mesi di vita di Ted, quando il senatore stava combattendo l’ultima battaglia con un cancro al cervello, Joan affittò una casa vicino a Cape Cod. Voleva stargli vicina e alla sua maniera: lontana da tutto il resto. L’ex marito morirà il 25 agosto del 2009. Aveva 77 anni. “Erano rimasti amici”, disse allora un parente. Una frase semplice, quasi ordinaria, che suonava come il riscatto di una donna che, nonostante tutto, non ha mai smesso di appartenere – nel bene e nel male – alla leggenda dei Kennedy.