domenica, Ottobre 12, 2025
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L’ex procuratrice di Milano rompe il silenzio: “Non c’era un colpevole alternativo a Stasi”

AGI – L’ex procuratrice generale di Milano, Laura Barbaini, ora in pensione, ‘rompe’ il silenzio fin qui tenuto dopo la riapertura delle indagini su Andrea Sempio. La sostanza della sua complessa nota, in replica a quanto dichiarato nella trasmissione ‘Ore 14’, è che ritenne che “gli elementi della relazione delle indagini private (svolte dalla difesa Stasi, ndr) e i relativi allegati non fossero idonei a sostenere la fondata dimostrazione dell’esistenza di un colpevole alternativo” al fidanzato di Chiara Poggi che sta terminando di scontare 16 anni di carcere per l’omicidio. Barbaini ripercorre le tortuose tappe del tentativo di riaprire il caso effettuato nel 2016 dalla difesa di Stasi.

“In data 13.12.2016, presso l’Ufficio della Procura Generale di Milano, viene depositata l’istanza dei difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva con sentenza della Corte di Assise di Appello di Milano del 17.12.2014, istanza con la quale viene comunicato che in data 29.9.2016 era stato da loro conferito alla SKP Investigazioni & Servizi di Sicurezza srl incarico di investigazioni difensive” con le quali si chiedeva di valutare dei nuovi elementi che avrebbero potuto scagionare Stasi. 

“La Procura Generale di Milano, in sede di valutazione della portata degli elementi enucleati nella Relazione delle indagini private, ritiene che non siano emersi gli elementi inidonei ad attivare i poteri di revisione, peraltro prendendo atto che neppure la difesa ha attivato i suoi autonomi poteri e ritiene, altresì, la necessità che gli elementi vengano vagliati da un Organo investigativo funzionalmente preposto (anche) allo svolgimento di attività investigativa. In data 20.12.2016, pertanto, la Procura Generale di Milano trasmette copia dell’istanza a Brescia perché l’autorità giudiziaria competente per la revisione prenda atto che comunque è stata richiesta l’attivazione dei poteri di revisione dalla difesa. Contestualmente dispone la trasmissione di copia dell’istanza e degli atti allegati al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pavia per lo svolgimento delle indagini necessarie a verificare l’esistenza degli elementi indicati dalla difesa”.

Il 22 dicembre 2016, “il Procuratore aggiunto Mario Venditti della Procura di Pavia si presenta dal Procuratore Generale per acquisire la documentazione relativa all’istanza e chiede come d’uso una nota esplicativa-riassuntiva su quanto eventualmente emerso nel corso del primo processo di appello e nel corso del processo d’appello bis sulla posizione di Andrea Sempio, soggetto individuato nella Relazione delle indagini private e sul quadro complessivo delle emergenze processuali, sfociate nella sentenza passata in giudicato, quadro nell’ambito del quale poteva eventualmente essere collocata la posizione di Sempio. Nel gennaio 2017, ho provveduto a inviare al Procuratore Aggiunto le osservazioni esplicative-riassuntive richiestemi”. 

“Poiché l’appunto richiestomi non costituiva un atto giudiziario, suscettibile di far parte del fascicolo, bensì un mero riepilogo delle numerose e complesse indagini protrattesi per anni, e dei dati emersi nelle numerose sentenze, ho provveduto come d’uso a mandarlo alla mail dell’ufficio – prosegue Barbaini che rappresentò l’accusa nel processo a Stasi -. Ovviamente, il riepilogo è stato fatto richiamando le risultanze, sulla base delle quali avevo già ritenuto, con provvedimenti contestualmente adottati, che gli elementi della Relazione delle indagini private e i relativi allegati non fossero idonei a sostenere la fondata dimostrazione dell’esistenza di un colpevole alternativo al condannato“. 

 

 

 

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