martedì, Ottobre 14, 2025
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Cronisti minacciati, già 81 casi nei primi sei mesi del 2025. Le tre regioni più ‘pericolose’

AGI – Sono 81 gli episodi di intimidazione nei confronti di giornalisti censiti nei primi sei mesi di quest’anno dall’Osservatorio cronisti minacciati di Viminale, Fnsi e Ordine, il 76% in più rispetto ai 46 episodi dello stesso periodo del 2024. Fra i dati del report emerge che il fenomeno delle minacce nei confronti delle giornaliste, dopo aver visto una tendenziale diminuzione dei casi registrati nei primi semestri del periodo 2021-2024, registra un’inversione di tendenza, facendo registrare 20 episodi nei primi sei mesi del 2025. A questi 20 – ricorda la Fnsi – vanno aggiunti 46 episodi di cui sono stati vittime colleghi uomini, mentre 15 sono stati i casi registrati contro redazioni giornalistiche, troupe non meglio specificate o relativi a minacce generiche rivolte alla figura del giornalista (ad esempio striscioni esposti durante eventi sportivi).

Tra le regioni più ‘pericolose’ per gli operatori dell’informazione figurano il Lazio, la Lombardia e la Campania; seguono Calabria, Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia. Le province in cui è stato rilevato il maggior numero di episodi sono Roma (con 16 episodi) e Napoli (7), seguite da Cosenza e Milano con 5 eventi ciascuna e Torino (4). In tutto 16 le regioni dove si sono verificate le intimidazioni, con le prime sette che hanno fatto registrare l’81,5% del totale delle intimidazioni.

Le cause e le modalità delle intimidazioni

Degli 81 episodi della prima metà di quest’anno 40 sono riconducibili a contesti socio/politici, 28 a contesti di criminalità comune, 11 a contesti di criminalità organizzata, concentrati questi ultimi in Campania (5), Lazio (3), Calabria (2) e Sicilia (1). Trentuno i casi di intimidazione perpetrati via web. Gli altri modus operandi più utilizzati sono stati scritte ingiuriose/minacciose (18), aggressioni fisiche (16), minacce verbali (12), danneggiamenti (4).

Il trend delle minacce ai giornalisti nel quinquennio

Altra novità del report relativo al primo semestre 2025 è un capitolo dedicato all’analisi del trend del fenomeno nel quinquennio 2021-2025: se gli episodi registrati hanno visto una sostanziale flessione fino al 2024, “il 2025 sembra evidenziare un aumento dei casi“, conclude l’analisi.

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