AGI – “Durante i governi Berlusconi, la lotta alla mafia è stata incessante ed efficace con risultati pratici e con norme importanti. Nel periodo dal 2001 al 2005 e dal 2008 al 2011 sono stati arrestati circa 1300 latitanti mafiosi. Nel 2002, con il governo Berlusconi, fu reso permanente il 41 bis. Il carcere duro all’epoca era rinnovato periodicamente e non faceva parte stabilmente dell’ordinamento dello Stato. Nel 2008, rafforzammo il 40 bis e si pose fine ai gratuiti patrocini per i reati mafiosi. Sono cose che hanno fatto i governi Berlusconi in questo Paese: è la forza dei fatti contro le chiacchiere”. Lo ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri intervenendo in Aula sul ddl conflitto di interessi in commissione Antimafia.
“Il 13 luglio 1992 è stata archiviata parzialmente, ma in maniera sostanziale, l’inchiesta mafia-appalti, che è costata – ha aggiunto Gasparri – processi e persecuzioni al generale Mori, al colonnello De Donno, assolti dopo essere stati perseguitati ingiustamente da Scarpinato e altri che ora vorrebbero riprocessarli in Commissione Antimafia. Le firme sotto l’archiviazione sono del dottor Guido Lo Forte e del dottor Roberto Scarpinato. Poi l’inchiesta in parte è stata riaperta molti anni dopo, offrendo anni di vantaggio ai criminali. Chi ha sbagliato, non venga in Antimafia a fare le lezioni.
Potremmo anche continuare con altre inchieste su sistemi criminali che sono state archiviate. Le stragi le ha fatte la mafia, mentre dalle fantomatiche ricostruzioni fatte a un certo punto sembrava quasi che a Capaci i mafiosi non trovassero più spazio tra fascisti e neofascisti, massoni, Licio Gelli, servizi deviati. Quanto al presente, Scarpinato ha avuto colloqui con il dottor Natoli per istruire e suggerire domande in Commissione, decidere chi avrebbe dovuto porle, progettare di seppellire la presidente Colosimo sotto una montagna di documenti. C’è un’incompatibilità grande come una casa”, aggiunge Gasparri. E se qualche istituzione dovesse difendere questa incompatibilita’, si assumera’ la responsabilita’ di impedire la lotta alla mafia. Poi lo stesso Natoli, non con Scarpinato ma con i parenti, lo leggo sui giornali, ha ricoperto di insulti la famiglia Borsellino, dicendo che la signora Borsellino era una deficiente e che l’avrebbe detto Paolo Borsellino. Dei figli ha detto nefandezze per cui ha dovuto poi scusarsi pubblicamente”.