giovedì, Ottobre 16, 2025
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Ucraina, Hegseth gela gli alleati: “Basta scroccare”

AGI – Al quartier generale della Nato hanno imparato a conoscere Pete Hegseth, il segretario americano alla Difesa — anzi, alla Guerra, come lui stesso ama definirsi. È franco e diretto, a volte persino brutale. E nemmeno oggi, alla riunione con i suoi omologhi, è stato da meno.

“Gli alleati ripetono spesso che la sicurezza dell’Ucraina è sinonimo di sicurezza europea. Bene, allora è il momento per tutti i Paesi della Nato di trasformare le parole in azione, sotto forma di investimenti concreti. Tutti i Paesi attorno a questo tavolo, senza free riders“, cioè senza scrocconi o approfittatori, ha affermato Hegseth aprendo la riunione del Gruppo di contatto per l’Ucraina.

“Oggi abbiamo sentito molte nazioni intensificare i propri impegni a favore dell’iniziativa Purl, che invia un segnale straordinario al mondo sulla nostra determinazione. Voglio lodare alleati come Germania e Polonia per i loro sforzi nel rispettare l’impegno del 5%, investito per schierare forze credibili sul campo di battaglia.

Potrei citare molti altri Paesi — baltici e nordici in testa — che hanno fatto lo stesso, e gliene siamo grati”, ha aggiunto. “Tutti i Paesi devono trasformare gli obiettivi in armi, gli impegni in capacità e le promesse in potenza“, ha aggiunto. 

L’iniziativa Purl — acronimo di Prioritised Ukraine Requirements List (Lista dei requisiti prioritari per l’Ucraina) — prevede che gli europei e il Canada finanzino le forniture di armi statunitensi destinate a Kiev. Finora sono stati approvati quattro pacchetti da 500 milioni di euro ciascuno, grazie all’impegno di sei Paesi, e altri ne sono attesi a breve.

“Siamo partiti con sei, ora metà degli alleati ha annunciato la propria adesione”, ha spiegato il segretario generale della NATO, Mark Rutte, a margine della riunione. A guidare l’iniziativa sono stati Germania e Canada, seguiti dal blocco nordico e baltico.

Ma cresce la pressione sui Paesi del Sud, ancora assenti, così come sul Regno Unito. In particolare, il presidente americano Donald Trump ha minacciato la Spagna con nuovi dazi a causa del mancato raggiungimento dell’obiettivo del 5% del PIL in spesa per la difesa.

La Commissione europea ha già fatto sapere che risponderà a qualsiasi azione contro uno Stato membro. Nel frattempo, Hegseth ha ribadito la convinzione che “Trump è l’unica speranza di fermare questa guerra, come ha già fatto in Medio Oriente“.

E ha aggiunto: “Se questa guerra non si ferma, gli Stati Uniti sono pronti a esercitare pressioni di una portata che solo gli Stati Uniti sono in grado di fare”.

Gli alleati europei della NATO, da parte loro, continuano a interrogarsi su come reagire alle prove di forza russe. Rutte ha sottolineato che “non serve abbattere ogni aereo russo che viola lo spazio NATO“, ma che “si possono accompagnare gentilmente fuori, come hanno fatto i piloti italiani in Estonia“.

Dal canto loro, i Paesi baltici — guidati dalla Lituania — ricordano che “in cielo non c’è molto tempo per i negoziati” e che il mandato è chiaro. E ancora una volta Rutte ha rassicurato: “Se gli aerei rappresentano una minaccia, i nostri militari hanno l’autorità per farla cessare immediatamente. E sapete cosa intendo.”

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