AGI – Oggi è una giornata elettorale cruciale per il futuro dell’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord (RTCN). I 200mila turco-ciprioti chiamati a eleggere il prossimo presidente tra otto candidati in lizza, si pronunceranno anche sull’eventuale riunificazione dell’isola, avvicinandola ulteriormente alla Turchia oppure all’Unione Europea.
Le presidenziali si prospettano quindi come decisive per l’eventuale riunificazione dell’isola, divisa dal 1974 tra un’entità turca e una repubblica di cultura greca, riconosciuta dall’Ue e dall’intera comunità internazionale. Anche se i candidati sono otto, di fatto la competizione elettorale metterà a confronto l’attuale presidente della RTCN, Ersin Tatar, nazionalista di centro-destra alleato filo-turco di Recep Tayyip Erdogan, e Tufan Erhurman, leader del Partito Repubblicano Turco (Ctp) socialdemocratico del partito pro-riunificazione. I sondaggi danno a Erhurman quasi il 50% dei voti, dieci punti in più rispetto all’attuale presidente. Se nessuno dei due candidati raggiungerà più del 50% dei voti domani, i due candidati con il maggior numero di voti si affronteranno al ballottaggio domenica 26 ottobre, per ottenere un mandato di cinque anni.
La principale differenza tra i due candidati principali è la loro posizione sull’attuale divisione dell’isola in due entità: la Repubblica di Cipro, di lingua greca e culturalmente attiva, membro dell’Ue, e la Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta solo da Ankara. Tatar, vincitore delle precedenti elezioni del 2020, continua a sostenere la divisione di Cipro in due stati, in linea con la posizione della Turchia, una posizione che non è accettata né dalla comunità internazionale né dall’Unione Europea. “Il mio percorso è ben noto. Difendo la sovranità, due stati e il riconoscimento della Repubblica Turca di Cipro del Nord, e tutto questo deve essere fatto insieme alla Turchia”, ha riassunto la sua posizione in recenti dichiarazioni riportate dal quotidiano Kibris. Durante la sua campagna elettorale, Tatar ha sostenuto che la Costituzione originaria di Cipro (1960) prevedeva già una forma di federazione, poi crollata in soli tre anni, e che tutti i successivi tentativi di ripristinare tale modello sono falliti. Pertanto, sostiene che il futuro debba basarsi sulla coesistenza di due stati sovrani sull’isola. Inoltre, insiste sul fatto che la presenza della Turchia, che mantiene truppe nel nord, è essenziale per la sicurezza dei turco-ciprioti.
Erhurman e la Proposta di una Cipro Federale Riunificata
Da parte sua Erhurman, sostenuto dall’opposizione filo-europea, ha dichiarato la sua intenzione di riprendere i negoziati sulla base di una Cipro federale e riunificata. Argomenta che una soluzione federale andrebbe a vantaggio sia dei turco-ciprioti che di quelli greco-ciprioti.
Il politico socialdemocratico definisce il modello federale come “due stati costituenti politicamente uguali sotto un unico tetto federale, come stabilito dalle risoluzioni delle Nazioni Unite, ciascuno dei quali esercita l’autogoverno ma condivide un’unica personalità giuridica internazionale e un unico seggio alle Nazioni Unite”. Erhurman ha spiegato che questi due stati avrebbero esercitato i loro poteri in modo sovrano e che le due comunità avrebbero preso decisioni congiunte su questioni come l’energia, la sicurezza dell’isola e le acque territoriali, una questione importante viste le attuali controversie sui diritti di sfruttamento dei giacimenti di gas sottomarini.
Molti sostenitori di Erhurman ritengono che l’influenza della Turchia sulla RTCN si sia spinta troppo oltre, soprattutto alla luce dei tentativi della coalizione di governo locale di legalizzare l’uso del velo da parte delle ragazze nelle scuole pubbliche all’inizio di quest’anno; una mossa che per molti sarebbe stata fatta su richiesta di Ankara, data la natura fermamente laica della maggioranza dei turco-ciprioti. Migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la decisione e la corte suprema locale l’ha annullata, ma molti oppositori di Tatar hanno interpretato la situazione come un avvertimento piuttosto che come una vittoria. Per loro un suo secondo mandato significherebbe un ulteriore allineamento con la Turchia e l’allontanarsi del loro obiettivo, ovvero una Cipro riunificata e federale all’interno dell’Unione Europea, irrealizzabile a tempo indeterminato.
Un Voto Esistenziale per il Futuro di Cipro Nord
Secondo alcuni analisti politici, i turco-ciprioti sono un elettorato volubile: finora solo il presidente fondatore della RTCN, Rauf Denktaş, è stato rieletto mentre tutti i suoi successori sono stati estromessi dopo un solo mandato. Per le due parti il voto di domani rappresenta quindi una questione esistenziale: legarsi alla Turchia per sempre o riconoscere che la Repubblica Turca di Cipro del Nord non è più una soluzione viabile.
La Repubblica di Cipro è stata istituita nel 1960, dopo l’indipendenza dal Regno Unito, attraverso gli Accordi di Zurigo e di Londra, che stabilivano che Regno Unito, Grecia e Turchia fossero i garanti della sua sovranità. È stata adottata una costituzione bicomunitaria, che prevedeva un presidente greco-cipriota e un vicepresidente turco-cipriota con ampi diritti di veto. Le tensioni tra le due comunità portarono a violenti scontri nel 1963, in seguito ai quali i turco-ciprioti abbandonarono le istituzioni statali. Nel 1974, un colpo di stato sostenuto dalla dittatura militare greca portò all’intervento militare della Turchia, che occupò il terzo settentrionale dell’isola. Da allora Cipro rimane divisa, con la parte settentrionale sotto occupazione turca, che ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza nel 1983, senza alcun riconoscimento internazionale se non quello della Turchia.