AGI – Nessun processo, nessun redde rationem, assicura un dirigente del M5s. La riunione dei gruppi parlamentari di stasera, a partire dalle 21 e completamente da remoto, servirà a chiarire le ragioni che hanno portato alle dimissioni di Chiara Appendino dalla carica di vice-presidente a pochi giorni dal rinnovo della presidenza M5s, Giuseppe Conte compreso. “Questa sera abbiamo una assemblea congiunta perché la volta scorsa abbiamo iniziato, ma non abbiamo concluso la discussione”, ha spiegato il leader M5S. “Continueremo il confronto politico in una forza che ha al centro il confronto con la base. Il confronto lo facciamo sempre nei gruppi parlamentari, nel consiglio Nazionale. Lo facciamo e lo faremo sempre”.
L’interesse di Conte per il progetto civico
Parole che Conte dispensa al termine della convention di Progetto civico, il soggetto politico tenuto a battesimo da Alessandro Onorato, Roberto Gualtieri, Silvia Salis e Goffredo Bettini. “Ho ascoltato con interesse la relazione di Alessandro Onorato. Se c’è un progetto che nasce dal basso, di impronta civica, nel segno del rinnovamento il dialogo può essere interessante. Ognuno ovviamente deve lavorare per la sua forza politica. Deve dialogare col suo elettorato. Però è chiaro che sono fortemente interessato a costruire e a dare un contributo per un progetto politico fortemente marcato nel segno del progressismo che possa costituire un’efficace alternativa al governo Meloni“, ha spiegato Conte.
Parole che sembrano confermare la volontà del presidente M5s di dare un respiro più ampio al fronte progressista, un respiro che vada oltre lo schema Pd, M5s, Avs e “fortemente” innervato di forze civiche. Prima, però, c’è da incassare la conferma della leadership del Movimento, con il voto di domenica prossima. E lasciarsi alle spalle le polemiche sulle dimissioni di Appendino.
I dubbi sulle dimissioni di Appendino
A scandagliare fonti parlamentari M5s, infatti, la domanda che ricorre più spesso è: “Perché ora?”. Sarebbe bastato, infatti, attendere domenica per veder cessare il proprio mandato e quello del leader del Movimento. Ma soprattutto: perché proprio nel momento in cui molti deputati e senatori M5s, per non parlare degli esponenti locali, sono impegnati nella campagna elettorale in Puglia e Campania? Qualcuno, tra i Cinque Stelle, avanza il sospetto che Appendino abbia voluto ‘rompere’ con Conte, sebbene fuori tempo massimo, per presentarsi come competitor alla guida del M5s.
Qualora fossero queste le vere intenzioni di Appendino, c’è da capire se l’ex sindaca di Torino ha preparato la strada, cercando di coagulare il malcontento interno: i numeri a suo favore sono tutti da verificare. Ma la conta non ci sarà questa sera e, stando a quanto emerge da fonti parlamentari M5s, è difficile che qualcuno possa prendere la parola per attaccare la linea tenuta da Conte sulle alleanze: “Si tratta di una linea condivisa in maniera trasparente dalla base. Chi si sentirebbe di mettere in discussione la base del Movimento?”. Nessun processo, dunque. Anche perché esponenti di spicco rilevano che l’unico processo che c’è stato è quello che si è letto sui giornali, per quattro giorni, sul presunto “schiacciamento” del M5s. Un processo che si è lasciato lievitare anche con le voci di dimissioni di Appendino, senza alcuna smentita e confermate solo sabato nel corso del Consiglio Nazionale.