mercoledì, Ottobre 22, 2025
spot_imgspot_imgspot_imgspot_img

Panariello torna in teatro e manda Renato Zero su Marte

AGI – “Il futuro non è quello che trovi, ma quello che porti con te. Sono ottimista”: con questa frase, che riassume il senso del suo nuovo spettacolo ‘E se domani’, Giorgio Panariello torna protagonista al Teatro Brancaccio di Roma, dove resta in scena fino a stasera, 21 ottobre, poi proseguire il tour in tutta Italia.

“Nel momento in cui sei nel futuro, non puoi vedere cosa accade realmente nel presente“, spiega il 65enne comico fiorentino che nello spettacolo arriva sul palco del Brancaccio dopo aver vissuto e visto il 2045. “Io sono stato in quel tempo e conservo ancora dei ricordi, che racconto durante lo spettacolo. Vedo il futuro in modo positivo. Nonostante guerre e incertezze, credo che alla base di tutto resterà l’umanità. Parafrasando Bertoli, è uno spettacolo con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro‘”.

Tra i temi più sentiti per Panariello c’è quello della solitudine: “La mia paura è l’isolamento. Non ho cantato a caso ‘Almeno tu nel metaverso’ cambiando la canzone di Mina: temo che il metaverso e i nuovi strumenti tecnologici finiscano per rinchiuderci in noi stessi, invece di renderci più inclusivi. Vedo ragazzi per strada con le cuffie, chiusi nelle loro stanze per ore a giocare. La tecnologia dovrebbe unire, non dividere“.

Sul palco, Panariello affronta anche la politica, con il tono graffiante ma mai divisivo che lo contraddistingue: “Fare politica significa avere un punto di vista. Io lavoro per tutti, non per una bandiera e alla fine si fanno battute su chi governa – spiega a proposito delle frasi su Salvini e Tajani – ma oggi la politica sembra una gara di numeri: ‘noi abbiamo fatto due punti in più, voi tre in meno…’. Quando qualcuno vince, qualcun altro perde e alla fine perdiamo tutti noi“.

Nel segno della comicità, tornano alcuni dei suoi personaggi storici, come Vaia: “Lui è lo stereotipo del bullo da osteria, una caricatura dell’uomo, non vuole essere un attacco alle donne. La comicità deve restare libera ma inclusiva”, aggiunge. Poi ricorda un episodio che lo ha segnato durante la sua esperienza in tv: “A ‘Tale e Quale Show’ dissi a Barbara Cola dopo che aveva cantato Anastacia: ‘Ma le poppe sono tue o finte?’. Era una battuta innocente, ma poi ho scoperto che Anastacia aveva avuto un tumore al seno. Ho chiesto scusa pubblicamente il giorno dopo, non lo sapevo altrimenti non lo avrei mai fatto”.

A sorprendere il pubblico è il cameo video di Maria De Filippi, che appare in scena in versione celestiale. “Maria è stata straordinaria – racconta rispondendo all’AGI Panariello – l’idea è nata da un’app che ti permette di ‘parlare’ con figure religiose. Mi sono detto: dove possiamo esagerare di più? Con Gesù o con Maria. E mi è venuta subito in mente lei. Pensavo: ‘Figurati se lo fa’. Invece ha accettato subito, registrando tutto con il gelato in mano e il suo modo semplice e spontaneo. E’ stata meravigliosa”.

Altro protagonista dello spettacolo è Renato Zero, che Panariello, in una delle scene più esilaranti, manda su Marte. Un rapporto che parte da lontano con lui: “Tutto nacque quando lavoravo in radio”, ricorda. Proposi a Cecchetto un’intervista a Renato per la rubrica ‘Le interviste impossibili’, ma era finta. Cecchetto, anche se nega, non se ne accorse la mandò in onda davvero, e Renato, che era in albergo, la vide e chiamò suo fratello: ‘Ma quando abbiamo fatto quell’intervista?’. Ci cascò con tutte le scarpe! Da lì ha scoperto che c’era uno che lo imitava e pure bene”.

Non manca un pensiero all‘intelligenza artificiale: “Io mi diverto a provarla ogni tanto. Le chiedo delle battute, ma ne vengono fuori certe robe terribili! Però qualche spunto te lo dà. Nel cinema è già ovunque: guarda Avengers, è tutta intelligenza artificiale. L’importante è usarla senza farsi usare”.

Panariello non nasconde la sua difficoltà nel gestire il mondo digitale: “Io non amo i social, non mi piace comunicare in quel modo. Sui social sei in mano al mondo: chiunque può scriverti, anche chi non sa niente di te o della tua storia.”E conclude con un sorriso: “Ho molta fiducia nel futuro. Ne vedrò solo un pezzettino, ma mi piace pensare che sarà un pezzo bello. Bisogna mantenere la memoria allenata perché, anche se cambiano i mezzi e le tecnologie, quello che resta davvero è l’uomo, con le sue emozioni, i suoi ricordi e la sua capacità di amare e di ridere”.

 ​ Read More 

​ 

VIRGO FUND

PRIMO PIANO