mercoledì, Ottobre 22, 2025
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Luisa Ranieri è ‘La preside’: “Modello Caivano si può esportare”

AGI – “Il modello Caivano potrebbe essere replicato ovunque, ma servono investimenti più importanti e concreti, non solo azioni per l’immediato”. Lo dice all’AGI l’attrice Luisa Ranieri presentando ad Alice nella Città, in collaborazione con la Festa del Cinema di Roma, la serie ‘La preside’, ispirata alla vera storia di Eugenia Carfora, la dirigente scolastica dell’Istituto ‘Morano’ di Caivano che ha trasformato una scuola di periferia in un modello di rinascita e legalità.

“Bisogna mettere in condizione le scuole delle periferie, non solo di Caivano ma di tutto il Sud, di lavorare bene – spiega la Ranieri – c’è tanta dispersione scolastica, e per combatterla serve una rete efficiente di assistenti sociali e di supporto alle famiglie in difficoltà. Serve una progettualità di lungo periodo, come quella costruita da Eugenia: passo dopo passo, ha creato una rete di fiducia con il territorio e con i genitori, si prende cura dei suoi ragazzi e, anche rompendo le scatole a chiunque, è riuscita ad avere gli strumenti per insegnare.

Un’eroina moderna: Eugenia Carfora

Poi sul suo personaggio aggiunge: “La mia Eugenia è una donna che fa, che si rimbocca le maniche e cerca di essere propositiva e positiva per gli altri, per i suoi ragazzi. Somigliare a lei forse è un’idea un po’ utopica di come dovrebbero andare le cose, ma in realtà siamo molto diverse. Eugenia è una donna che non si ferma mai, che dà il tutto per tutto: per me è un’eroina moderna, perché è capace anche di mettere da parte la propria vita e i propri affetti per aiutare chi ha più bisogno.”

Il coraggio di Insegnare a Caivano

Parlando della scelta di Eugenia, l’unica a voler andare a insegnare a Caivano, l’attrice spiega che “ci vuole molto coraggio, perché andare in quei territori vuol dire scontrarsi non solo con i disagi di una scuola di periferia che non ha fondi e non riceve ascolto dalle istituzioni, ma anche con le difficoltà del territorio stesso. Eppure è grazie alla forza e alla volontà di questi piccoli eroi, che io chiamo eroi quotidiani, se certe periferie riescono ad avere realtà di eccellenza – spiega Ranieri – oggi, ad esempio, l’Istituto ‘Morano’ di Caivano sembra quasi una scuola svizzera, per quanto è stato reso bello e funzionale.”

“Scuola e società indietro rispetto ai giovani”

Rispondendo poi a una domanda sul ruolo della scuola nell’epoca dei social, Luisa Ranieri osserva: “Penso che ormai la rete sia diventata per i ragazzi un modello da seguire. La scuola, e in generale la società, sono più indietro dei nostri giovani. Lo vedo con le mie figlie: noi adulti apparteniamo a un’altra generazione e spesso non ci rendiamo conto che il loro mondo va molto più veloce del nostro. È necessario adeguarci al loro modo di vivere oggi, altrimenti restiamo indietro.”

“Non ho paura per il futuro delle mie figlie”

Luisa Ranieri ha due figlie adolescenti insieme al marito Luca Zingaretti e non si dice preoccupata del rapporto con i social e i nuovi strumenti digitali. “Non mi fa paura il loro futuro – spiega all’AGI – siamo noi che lo leggiamo con paura, perché non abbiamo i loro strumenti. Noi veniamo dall’analogico, da un altro tipo di mentalità. Loro sono cresciute in questa realtà anche un po’ violenta, verbale e sociale, ma l’essere umano è adattivo: penso che siano molto più forti di noi”. E ancora: “Non mi piace quando tendiamo a sminuirli. Ogni generazione ha affrontato i propri cambiamenti. Ricordo che mia nonna, quando uscivamo la sera, ci diceva che non era una cosa ‘buona’ per una ragazza, eppure c’è stata un’evoluzione del femminile e ce n’è ancora tanta da fare”.

“I giovani oggi hanno grande senso civico”

“Anche quello che sta accadendo oggi, penso alla Palestina, dimostra che i giovani hanno un grande senso civico e di appartenenza ai valori dell’umanità. Ed è una cosa bella, che fa sperare.”

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