AGI – Dopo Fitch, S&P e DBRS, anche Scope migliora il suo giudizio sull’Italia. L’agenzia di rating europea, infatti, ha rivisto l’outlook del nostro Paese da “stabile” a “positivo“, citando il miglioramento sostenuto delle finanze pubbliche e la maggiore resilienza dell’economia del Paese. Scope ha confermato il rating dell’Italia a “BBB+”.
Nel dettaglio, spiega l’agenzia di rating europea, “la stabilità del governo, un impegno rafforzato per il consolidamento fiscale e una maggiore resilienza economica guidano la modifica dell’Outlook. L’elevato debito pubblico, la debole crescita del PIL e le dinamiche demografiche avverse rappresentano sfide”.
Miglioramento delle finanze pubbliche e riforme
La revisione dell’outlook riflette “le aspettative di Scope di un miglioramento duraturo delle finanze pubbliche e del proseguimento dell’attuazione delle riforme da parte del governo, supportate dalla stabilità e dal rispetto del nuovo quadro di governance fiscale dell’UE“.
“Il disavanzo di bilancio dell’Italia – si spiega – ha registrato una performance superiore alle aspettative nel 2024 e quest’anno è probabile che diminuisca ulteriormente rispetto alle previsioni iniziali. Dopo essere sceso al 3,4% del PIL nel 2024, il disavanzo dovrebbe scendere ulteriormente al 3,0% nel 2025, consentendo probabilmente all’Italia di uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo nel 2026, un anno prima del previsto”.
Resilienza economica e impatto del Pnrr
Ancora si parla di una “maggiore resilienza dell’economia italiana, che riflette un mercato del lavoro più forte, un sistema bancario solido e una posizione estera netta favorevole“. “Nonostante i molteplici shock, tra cui la crisi energetica, la debolezza dell’attività manifatturiera in Europa e le recenti misure protezionistiche commerciali degli Stati Uniti, – afferma Scope – l’economia italiana sta dimostrando una notevole resilienza. Inoltre, l’Italia continua a beneficiare delle ingenti risorse rimanenti nell’ambito del PNRR, che dovrebbero continuare a sostenere la crescita. Questi fattori riducono i rischi derivanti da un debito pubblico elevato“.



