domenica, Novembre 2, 2025
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Pozzolo contro la procura di Biella: “Sbriciolato il castello di accuse”

AGI – “L’assistere a indagini fatte con i piedi (non so quanto per incapacità o quanto per volontà), il prendere atto che la mia versione dei fatti semplicemente non interessasse alla pubblica accusa (che ha seguito solo il suo improbabile teorema), il constatare che documenti riservati di indagine venissero passati ai giornali prima di essere notificati alla difesa: insomma, ne ho viste parecchie”. A poche ore dalla sentenza nel processo di primo grado che lo ha condannato a 15 mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena per il solo reato di porto illegale di arma da collezione per lo sparo di Capodanno 2024 nella sede della Pro Loco di Rosazza, Emanuele Pozzoloparlamentare ex FdI e oggi del gruppo misto, affida a un lungo post su Facebook il suo commento alla conclusione (almeno per il momento) della vicenda giudiziaria che lo riguarda. Ed è un commento duro e diretto.

“Al di là dell’odio becero di alcuni e della slealtà personale di altri – scrive Pozzolo -, è stata la giustizia italiana quello che mi ha stupito di più. Ho visto il pubblico ministero, che mi ha accusato di tutto per due anni, partecipare a tutte le udienze del processo con, in bella mostra, il distintivo (la coccarda tricolore – ndr) della lotta di una corrente politicizzata della magistratura contro la riforma della giustizia che io stesso ho votato in Parlamento: un vero tocco di finezza istituzionale e di imparzialità conclamata”.

 

 

Pozzolo ne ha anche per i consulenti della Procura. “Ho visto, poi, – passando all’aspetto tragicomico – come un perito chiacchierone della Procura di Biella (si riferisce all’esperto balistico Raffaella Sorropago – ndr) abbia perso reperti d’indagine che erano sotto sequestro: così, tranquillamente, lo ha ammesso anche in sede processuale. Come se avesse perduto tre caramelle”.

“La somma di tutto – prosegue Pozzolo -, è che il teorema della pubblica accusa prevedeva 5 capi di imputazione contro di me: hanno costruito un “mostro”, il temibile ‘Pistolero’. Forse ne hanno bisogno per finire sui giornali: ma in sede processuale delle 5 accuse mosse contro di me ne è rimasta in piedi solo una. Tecnicamente un fallimento totale, un dispendio di tempo e soldi (pubblici) notevole”.

E spiega: “Per un’accusa addirittura sono stato assolto perché il fatto non sussiste: peccato sia mancato al giudice quel pizzico di coraggio giuridico (e logico) di riconoscere che uno che è detentore di porto d’armi per difesa personale non può essere condannato per porto abusivo di un’arma legalmente, acquistata, detenuta e portata. Tutto il castello di accuse costruito dalla Procura di Biella si è sbriciolato: una parte prima ancora che iniziasse il processo, l’altra in sede processuale”.

Il post di Pozzolo si conclude con un annuncio: “Mi difenderò ancora nel prossimo grado di giudizio anche per ristabilire la verità sull’unico punto che ancora resta in piedi: lo farò non solo come “battaglia personale“, ma anche come “battaglia politica“. Perché nessun cittadino dovrebbe trovarsi di fronte, quando accusato, un “sistema giustizia” che sottostà a logiche che sono tutto tranne che improntate alla limpida ricerca della verità e all’applicazione autentica della legge“.

 

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