AGI – Per anni, l’industria degli smartphone è sembrata arrivata a un punto fermo. Design sempre più raffinati, fotocamere sempre più potenti, ma poche vere rivoluzioni. Ora, con l’arrivo dell’intelligenza artificiale, qualcosa sta cambiando.
“Prima dell’AI, molti consideravano il mercato un po’ noioso” ammette Kevin Cho, ceo di Oppo Spagna “Ma oggi la tecnologia può ricostruire completamente l’esperienza del telefono, dai servizi al suo ecosistema. È una rinascita per tutto il settore”.
Un concetto che trova d’accordo anche Jessica Chuang, responsabile marketing di Oppo: “Per molto tempo ci siamo concentrati sull’hardware: schermi, batterie, fotocamere. Ma ora il software è diventato l’anima del telefono. L’intelligenza artificiale dà forma a una nuova idea di semplicità: rende la vita più fluida, più personale, più nostra”.
Dall’hardware al software: il telefono come assistente personale
Per Chuang, il vero cambiamento è culturale: “Con funzioni come AI MySpace, il telefono diventa un compagno attivo. Posso dirgli ‘mostrami il ristorante che ho salvato a Barcellona’ e lui lo trova per me. È un piccolo esempio di come l’AI renda tutto più intuitivo.” Una trasformazione che sposta il baricentro dall’hardware al software, con l’IA che diventa il punto di contatto fra tecnologia e quotidianità.
Oppo prevede di portare entro fine anno funzionalità IA a oltre 100 milioni di utenti, e non solo sui modelli di punta. “Vogliamo democratizzare l’intelligenza artificiale” sottolinea Cho, “Le funzioni IA non devono essere un lusso, ma parte dell’esperienza di tutti”.
Dallo smartphone all’“IA phone”
L’obiettivo di Oppo è chiaro: trasformare lo smartphone nel centro personale dell’intelligenza artificiale. “Immaginiamo un futuro in cui tutti i servizi di IA saranno integrati nel telefono,” spiega Cho, “L’unione fra IA locale e cloud farà del telefono il cuore delle connessioni intelligenti. Sarà la piattaforma da cui passeranno comunicazione, produttività e creatività”.
Un futuro che Elvis Zhou, ceo di Oppo Europa, definisce “un’evoluzione naturale verso telefoni più consapevoli”. Zhou mette però in guardia sulla necessità di garantire sicurezza e trasparenza: “Abbiamo progetti specifici per tutelare i dati degli utenti e rafforzare la privacy. L’IA può migliorare la vita solo se è affidabile e sicura”.
Fotografia e AI: tra realtà e creatività
La fotografia è il terreno su cui l’intelligenza artificiale mostra più chiaramente il suo potenziale, ma anche le sue sfide. “È vero che l’AI può correggere, migliorare, persino immaginare,” osserva Jessica Chuang, “ma la maggior parte delle persone la usa per catturare la verità, non per falsificarla. Funzioni come AI Eraser servono a togliere elementi di disturbo, non a creare una realtà alternativa”.
Per Chuang, la fotografia “intelligente” è uno strumento di libertà creativa: “Molti utenti usano AI Studio per restaurare vecchie foto dei genitori o colorarle. Non è un falso, è un modo per rendere i ricordi più vivi. In fondo, è lo stesso principio dell’arte: interpretare la realtà per preservarne l’essenza”.
Un ecosistema in evoluzione
L’IA non cambia solo il telefono, ma l’intero ecosistema di prodotti connessi. “Gli italiani amano muoversi, fare sport, vivere all’aperto,” racconta Chuang “Per questo stiamo ampliando la nostra offerta di smartwatch e auricolari, pensati per accompagnare l’utente in ogni momento della giornata”.
In parallelo, Oppo consolida le sue partnership strategiche con Google, MediaTek, Qualcomm e Microsoft, puntando a un equilibrio fra AI on-device e AI cloud. “Non è una scelta di campo” precisa Chuang “Il futuro sarà ibrido, e collaborativo. L’innovazione nasce solo quando più attori lavorano insieme”.
Un’industria che torna a sorprendere
Se il decennio passato ha visto una crescita lineare, quello che si apre oggi promette una nuova curva di innovazione. “L’IA è il motore che riaccende l’immaginazione del settore,” dice Cho “E noi vogliamo guidare questa trasformazione”. Per Zhou, la chiave sarà sempre la centralità dell’utente: “Lo smartphone rimarrà il centro della vita digitale, ma sarà più intelligente, più umano. L’obiettivo è creare dispositivi che capiscano le persone, non solo che rispondano ai comandi”.



