AGI – Da politico locale praticamente sconosciuto a primo sindaco musulmano di New York: Zohran Mamdani, 34 anni, proveniente da una famiglia di intellettuali della diaspora indiana e classificato a sinistra del Partito Democratico, si è imposto in pochi mesi nel panorama politico americano.
Nato in Uganda, figlio di una rinomata regista
Socialista dichiarato e risoluto oppositore di Donald Trump, il vincitore a sorpresa delle primarie democratiche di giugno, eletto martedì alla guida della più grande città degli Stati Uniti, è nato in Uganda ed è arrivato nel Paese all’età di sette anni. Spesso viene sottolineato il suo status di “nepo baby” (“figlio di”), i suoi genitori sono Mira Nair, rinomata regista (“Salaam Bombay!”, Camera d’oro a Cannes, “Il matrimonio dei monsoni”, Leone d’oro a Venezia), e Mahmood Mamdani, professore di antropologia e scienze politiche alla Columbia University, rinomato esperto di Africa.
La gioventù dorata della megalopoli della costa orientale
Il suo percorso è quello di una certa gioventù dorata della megalopoli della costa orientale: liceo d’e’lite (Bronx High School of Science) e poi università progressista (Bowdoin College, nel Maine). Con lo pseudonimo di Young Cardamom, nel 2015 si lancia nel mondo del rap, influenzato in particolare dai Das Racist, gruppo newyorkese innovativo e goliardico, due dei cui membri sono di origine indiana.
L’esperienza non dura a lungo: lui stesso si definisce un “artista di seconda categoria”. Ma quando legge che il rapper Heems (Himanshu Suri) sostiene un candidato al consiglio comunale, Zohran Mamdani si unisce alla sua campagna come attivista. Il virus della politica non lo abbandona più. Diventa consulente per la prevenzione dei pignoramenti immobiliari, aiutando i proprietari in difficoltà finanziarie a evitare di perdere la loro casa. Poi, nel 2020, è eletto rappresentante all’Assemblea dello Stato di New York del quartiere in cui lavora, Astoria, nel Queens, crogiolo delle più recenti ondate migratorie.
L’immagine di musulmano progressista. La sfida della città accessibile
Rieletto due volte, si è costruito sul campo l’immagine che costituisce la sua forza, quella di un musulmano progressista. A ciò si aggiunge un programma che è una sorta di credo: “affordability”, rendere questa città, una delle più care al mondo, “accessibile” a tutti coloro che non sono ricchi, ovvero la maggioranza dei suoi 8,5 milioni di abitanti. Per questo promette più affitti controllati, asili nido e autobus gratuiti, negozi di alimentari gestiti dalla città.
Difensore della causa palestinese sin dai suoi anni da studente, le sue posizioni su Israele (definito “regime di apartheid”) e sulla guerra a Gaza) hanno valso a Zohran Mamdani l’ostilità di una parte della comunità ebraica. Nel tentativo di rassicurare, negli ultimi mesi non ha smesso di mostrarsi fermo contro l’antisemitismo. Il candidato ha anche denunciato negli ultimi giorni gli attacchi “islamofobi” da parte di alcuni sostenitori del suo principale avversario, Andrew Cuomo.
Le passioni, cricket e calcio
Appassionato di cricket e calcio, recentemente sposato con l’illustratrice americana Rama Duwaji, ha saputo sfruttare le sue qualità di attivista, con un’efficace campagna porta a porta e di volantinaggio, e un uso massiccio, innovativo e spesso divertente dei social network. Per Lincoln Mitchell, professore alla Columbia University, “ha incarnato una sorta di ibrido tra una campagna vecchio stile degli anni ’70 e una campagna ultramoderna del 2025”.
Colui che assumerà la carica dal 1 gennaio ha promesso di opporsi “ferocemente” alla politica anti-immigrazione di Donald Trump e alla sua guerra giudiziaria contro i suoi “nemici politici”. Il presidente ha moltiplicato gli appelli a votare contro colui che definisce un “piccolo comunista”. Ma paradossalmente, come lui, il futuro sindaco è un ‘outsider’ che è “riuscito a raccogliere (gli) elettori insoddisfatti”, secondo Costas Panagopoulos della Northeastern University. Il parallelo con il miliardario repubblicano, che ha costruito il suo impero a New York, finisce qui. Naturalizzato americano nel 2018, Zohran Mamdani non potrà candidarsi alle elezioni presidenziali.



