AGI – “Non con la mia faccia”, il coro scandito più volte nel corso del flashmob organizzato da Giornaliste italiane in piazza Capranica, a Roma, per dire stop alla violenza contro le donne e alla manipolazione delle immagini con l’intelligenza artificiale. Un appuntamento simbolico, aperto da un minuto di silenzio per Octav Stroici, l’operaio morto nel crollo della Torre dei Conti, che ha riunito volti noti del giornalismo e della politica, tra cui Carlo Calenda, Maria Elena Boschi e la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella.
“La presenza di tutte noi è doverosa – ha sottolineato la ministra Roccella – perché è stato uno shock anche dal punto di vista personale per tutte. Non potevamo non essere qui tutte insieme. Abbiamo fatto una legge sull’AI, se non basterà agiremo ancora”. Un messaggio condiviso anche dalle giornaliste Manuela Moreno e Paola Ferrari, che insieme alla presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi hanno portato la loro testimonianza di vittime di violenza digitale, invitando le donne a denunciare.
La testimonianza di Maria Elena Boschi
“Purtroppo non è la prima volta che mi succede – ha raccontato Boschi – è capitato anche l’estate scorsa, mi succede da quando purtroppo ho iniziato a fare politica. Sono anni che subisco queste forme di fotomontaggi, di mistificazioni della realtà, però non ci si abitua mai. Quello che provi comunque è un senso di disgusto, ti fa schifo vedere il tuo corpo fare delle cose che tu non hai fatto e senza la tua volontà”.
L’appello di Carlo Calenda: coinvolgere gli uomini
A margine della manifestazione ha parlato anche Carlo Calenda, segretario di Azione, che ha proposto un coinvolgimento più diretto degli uomini nella lotta contro la violenza di genere: “Io credo che una manifestazione contro il femminicidio promossa dagli uomini sia una cosa che bisognerebbe fare – ha detto – dopodiché c’è l’assunzione di responsabilità. C’è qualcosa che non funziona nel modo in cui trasmettiamo ai figli quello che si può e quello che non si può”. Calenda ha poi richiamato le grandi piattaforme digitali alle loro responsabilità: “Le piattaforme non possono essere ritenute soggetti neutri quando violano la libertà, la privacy, la dignità, il corpo delle donne”.
La legge sull’Intelligenza Artificiale
Sulla stessa linea Boschi, che ha ricordato il lavoro già fatto sul fronte normativo: “Noi abbiamo fatto una legge importante sull’intelligenza artificiale e l’abbiamo fatta prima che succedessero questi fatti, proprio perché avevamo ben presente i rischi che l’AI comporta insieme anche a tutti i benefici di cui siamo consapevoli. Ora vedremo se basta per arginare questi fenomeni e, se non basta, interverremo ancora”.
Il simbolo della protesta: “Non con la mia faccia”
Simbolo dell’evento una maschera bianca, esposta accanto ai cartelloni con la scritta “Unite contro la violenza digitale” e allo slogan che ha dato il titolo alla manifestazione: “Non con la mia faccia”.



