AGI – Il progetto Casa del Jazz nasce dalla confisca nel 2001 di Villa Osio, la villa di fine anni ’30 appartenuta al boss della banda della Magliana Enrico Nicoletti.
Assegnata al Comune di Roma, ha riaperto come centro culturale polifunzionale nell’aprile 2005 con l’obiettivo di incentivare la diffusione del jazz. I suoi tre edifici completamente ristrutturati ospitano attività concertistiche, culturali e didattiche.
Struttura e attività della Casa del Jazz
La Casa del Jazz si trova lungo viale di Porta Ardeatina: una lapide all’ingresso ricorda i nomi di 683 vittime di mafia dal 1893 al 2005. All’interno della struttura principale, un auditorium da 150 posti è utilizzato da settembre a maggio per concerti dal vivo di artisti italiani e internazionali, proiezioni, conferenze e incontri. Ci sono anche un archivio audiovisivo, consultabile tramite postazioni multimediali, una biblioteca aperta al pubblico, una libreria e una caffetteria.
Il parco e la storia di Villa Osio
Il progetto, fortemente voluto dall’allora sindaco Walter Veltroni insieme all’associazione Libera, ha anche regalato alla città uno spazio aperto tutti i giorni, dall’alba al tramonto. La Casa si trova infatti all’interno di uno splendido parco di due ettari e mezzo. Il complesso sorse alla fine degli anni ’30 quando il banchiere e avvocato Arturo Osio, socio fondatore della BNL, commissionò la costruzione di una villa sulle rovine di un casale seicentesco a un collaboratore di Marcello Piacentini. La struttura sobria ed elegante, con un portico d’ingresso ad archi sul lato orientale, fu arricchita da un vasto parco affidato all’architetto paesaggista Pietro Porcinai.
La controversa storia di Enrico Nicoletti e la confisca
La villa era stata stravolta dagli interventi e dagli abusi edilizi realizzati negli anni ’80 dal cassiere e imprenditore edile della Banda della Magliana Enrico Nicoletti (ricollegabile al ‘Secco’ di Romanzo Criminale), che l’aveva acquistata per un miliardo e 250 milioni di lire dal Vaticano. Nicoletti, condannato a sei anni e sei mesi per usura, subì la confisca di diverse proprietà. È morto nel dicembre 2020.



