giovedì, Novembre 13, 2025
spot_imgspot_imgspot_imgspot_img

Un gruppo di deputati repubblicani vuole pubblicare i file Epstein

AGI – L’accenno a una festa di Thanksgiving passata insieme a Mar-a-Lago nel 2017, la frase “io sono l’unico in grado di farlo cadere“, e il dubbio su quanti repubblicani voteranno a favore della pubblicazione di tutti i file del caso Jeffrey Epstein (‘tra 40 e 50’ secondo una fonte Dem del Congresso).

Il giorno dopo le rivelazioni dei Democratici del Congresso di tre email scritte dal finanziere morto suicida in carcere nel 2019, dopo essere stato arrestato per traffico sessuale di minorenni, ventimila nuovi file sono stati pubblicati stavolta dai repubblicani.

Nuovi dettagli dai file repubblicani

E nuovi dettagli sono emersi. Tra i documenti che hanno attirato l’attenzione dei media uno riguarda una email scritta il 23 novembre 2017 da Epstein: rispondendo alla domanda su dove avrebbe trascorso la festa di Thanksgiving, il Giorno del Ringraziamento, il finanziere aveva citato “Trump” e “altre persone“. La notizia è diventata virale sui social ed è stata ripresa da tutti i media americani. Non esiste, però, una conferma indipendente che il presidente degli Stati Uniti fosse davvero al pranzo di Thanksgiving con Epstein. E non è chiaro se il finanziere intendesse di trovarsi nella stessa area del presidente che, pochi mesi fa, ha dichiarato di aver rotto i legami con lui all’inizio degli anni Duemila dopo aver scoperto che lui gli aveva “rubato” alcune giovani assistenti che lavoravano nella spa del resort di Mar-a-Lago, in Florida. La Casa Bianca ha spiegato che le email pubblicate finora non “hanno provato letteralmente niente” del legame tra il tycoon e il finanziere.

Pettegolezzi e segreti condivisi

Ma c’è altro a creare imbarazzi. A tratti ricchi di pettegolezzi, ma anche feroci e macchinosi, i messaggi scambiati dal finanziere mostrano persone influenti chiedere a Epstein informazioni personali su Trump, al suo primo mandato presidenziale, mentre Epstein si presenta come qualcuno che lo conosceva intimamente e aveva segreti da condividere con lui.

La minaccia di Epstein e il voto imminente

“Io – aveva scritto nel dicembre 2018 – sono l’unico in grado di farlo cadere“. Perché? Cosa sapeva di lui? Questa frase si aggancia al passaggio in cui Epstein, in una delle tre email pubblicate dai democratici, diceva che Trump “sapeva delle ragazze”. Questa ammissione è destinata a tornare più volte a galla nelle prossime settimane che separano la Camera dal voto sul rilascio di tutti i documenti legati all’inchiesta, e attorno ai quali la Casa Bianca, il dipartimento di Giustizia e lo Speaker della Camera, Mike Johnson, hanno provato a erigere un muro di protezione, ma senza successo. Con il giuramento della nuova deputata dell’Arizona, la democratica Adelita Grijalva, sono state ottenute ieri le 218 firme necessarie per chiedere alla Camera di votare la richiesta di pubblicazione di tutti i file dell’inchiesta sulla rete di pedofili creata da Epstein e dalla sua ex amante Ghislaine Maxwell.

L’avvertimento di Trump ai repubblicani

Trump ha inviato un avvertimento ai repubblicani, chiedendo di votare no. “I democratici – ha scritto ieri su Truth – stanno cercando di tirare fuori di nuovo la bufala di Jeffrey Epstein perché farebbero qualsiasi cosa pur di distogliere l’attenzione da quanto male hanno gestito lo shutdown e tanti altri argomenti”. “Solo un repubblicano molto cattivo – ha aggiunto – o stupido, cadrebbe in quella trappola”. Ma secondo il democratico della California Ro Khann, che ha presentato la richiesta assieme al Republicano del Kentucky Thomas Massie, saranno “tra 40 e 50” i deputati conservatori pronti a votare con la minoranza. Il conto alla rovescia è partito e agita il mondo Maga, dove alcune figure di riferimento si sono schierate a favore della trasparenza: l’ex stratega di Trump, Steve Bannon, il conduttore Tucker Carlson e la trumpiana Marjorie Taylor Greene.

Reazioni e bufale

Sui social una parte dei sostenitori continua a chiedere la pubblicazione integrale di tutti i documenti. L’attivista e influencer di estrema destra Laura Loomer aveva avvertito, a luglio, che lo scandalo Epstein avrebbe “consumato” la presidenza Trump. Ieri, in un’intervista, ha commentato: “Avevo ragione, ma non perché sia davvero un scandalo, non penso che la presidenza sia colpevole, questa è una bufala come la storia dell’interferenza russa. Però sapevo che i democratici avrebbero fatto di tutto per non permettere a Trump di avere successo”.

 ​ Read More 

​ 

VIRGO FUND

PRIMO PIANO