AGI – La ricchezza da sola non determina la salute di una nazione, poiché alcuni dei paesi più ricchi non sono i più sani. Lo rivela una ricerca collaborativa, guidata dall’Università del Surrey e pubblicata su Annals of Operations Research. Lo studio ha classificato 38 paesi dell’OCSE in base ai progressi compiuti verso l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, SDG, delle Nazioni Unite, volto a garantire una vita sana e promuovere il benessere.
Lo studio ha valutato l’efficienza con cui ogni paese converte gli investimenti sanitari in risultati concreti, come l’aspettativa di vita, la prevenzione delle malattie e l’accesso all’assistenza. Paesi come Islanda, Giappone e Norvegia sono in testa alla classifica, supportati da sistemi sanitari pubblici solidi e da un equo accesso alle cure.
Alcune delle nazioni più ricche, tra cui Stati Uniti e Canada, sono in ritardo, ottenendo risultati peggiori per ogni sterlina spesa rispetto alle economie più piccole ma più strategiche. I ricercatori hanno utilizzato un modello avanzato basato sui dati, Joint Variable Selection Directional Distance Function, DDC, che ha incluso anche l’impatto dei rischi legati al clima.
Le nazioni che danno priorità alla prevenzione, all’accesso universale e all’equità sociale tendono a ottenere risultati migliori. I paesi con politiche di salute ambientale solide tendono a ottenere costantemente punteggi di salute complessivi più elevati. I risultati sottolineano che i decisori politici dovrebbero concentrarsi sulla prevenzione, la sostenibilità e l’accesso equo piuttosto che sul semplice aumento dei bilanci sanitari.



