AGI – La violenza sulle donne è ancora un fenomeno esteso e, purtroppo, molti dei soprusi restano nascosti per la paura delle vittime che credono di essere sole. Non è così perché la Polizia di Stato è sempre accanto a chi soffre e oggi, una volta, in più ci mette la faccia che è quella della dottoressa Elisabetta Accardo, portavoce della Questura di Roma.
“Oggi siamo qui in piazza Pia con il camper rosa della Polizia di Stato pronte a fornire informazioni e ascolto a chi ci voglia chiedere aiuto”, racconta all’AGI a pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la violenza alle donne. “Oggi il problema della violenza di genere è tutt’altro che marginale, le statistiche ufficiali ci forniscono l’evidenza di un fenomeno ancora troppo esteso e purtroppo solo in parte visibile: sono storie che restano confinate tra le mura domestiche, spesso nascoste dalla paura della vergogna o semplicemente dall’errata convinzione che certi comportamenti siano normali all’interno di una relazione – spiega -, quella zona d’ombra rappresenta la sfida più grande. Perché la violenza che non emerge è anche quella più difficile da intercettare e che spesso degenera nelle forme più gravi”.
L’importanza di parlare: consapevolezza e coraggio
Per questo la Polizia è scesa in piazza oggi e aspetta. “Saremo noi stessi poliziotti e chiunque vorrà a lasciare un post-it un messaggio. Un gesto semplice, ma che può generare consapevolezza. Una frase, un pensiero, una verità che se letta da una donna potrebbe aiutarla a capire che quello che sta vivendo non è normale e che esiste un posto dove poter chiedere aiuto e dove essere ascoltata – ricorda Accardo -. Parlare è il primo passo, denunciare un atto di coraggio, e quando una donna ha il coraggio di farlo la comunità intera ne esce più forte”.
Il camper rosa: un luogo di ascolto protetto e operativo
Il camper rosa, è un luogo di ascolto protetto, un presidio mobile con personale specializzato, in grado di accogliere le donne in un contesto sicuro, riservato e immediatamente operativo. “La violenza non va normalizzata spesso si annida proprio lì dove si crede di aver trovato l’amore vero. Si traveste da attenzioni affettuose da cura da premura e passo dopo passo si trasforma in controllo in ossessione, in orientamento – spiega la Accardo, portavoce del Questore Roberto Massucci -. La parte più difficile è proprio quella che sta nel mezzo, quando la donna smette di riconoscersi e incomincia a rinunciare a se stessa, a sentirsi sola piccola sbagliata. Riconoscere quei segnali anche i più piccoli significa proteggersi e a volte può salvare una vita. Noi ci siamo“.



