AGI – “Penso che non si tratti né di censura né di libri. Penso che la ragione per cui in tante e tanti abbiamo sottoscritto una lettera, poi anche sui social e sui giornali, per cui si sono esposte tantissime persone che hanno deciso comunque di prendere la parola, è quella di chiedere un’attenzione alle regole democratiche. Perché non si sta parlando di idee di sinistra – Saviano, Scurati – si sta parlando di un editore che pubblica dei libri che sembrano proprio propaganda nazista”. Lo scrittore Christian Raimo interviene nella polemica sulla presenza della casa editrice che pubblica testi di estrema destra ‘Passaggio al bosco’ all’edizione 2025 di ‘Più libri più liberi‘.
“Quello che fanno somiglia molto a una operazione di formazione dei quadri e della militanza di destra nera. Non si tratta di confrontarsi con idee – aggiunge – cioè io posso leggere benissimo il ‘Mein Kampf’, ma posso leggerlo con un’edizione critica, sapendo cos’è quel libro. Un’altra cosa è che vengo qui alla fiera e comincio a distribuire i volantini sulle SS assoldati in una milizia nera, è una cosa un po’ diversa e non dite che ci stiamo confrontando con idee”.
Christian Raimo: Zerocalcare non si siede accanto ai nazisti
Commentando la scelta di Zerocalcare di non partecipare alla fiera, Raimo aggiunge: “Penso abbia le sue personali ragioni che condivido in tutto. Veniva qui a presentare il suo libro e adesso lo presenta da un’altra parte e i suoi paletti, giustissimi, sono di non sedersi accanto ai nazisti. I miei, la mia pratica, è di sedersi accanto ai nazisti e dire voi vi alzate e resto qui. Penso che siano due forme di antifascismo che vanno nella stessa direzione”.
Raimo commenta anche la decisione del Comune di Roma di non essere presente alla conferenza stampa: “Quello che sto notando è che c’è una classe dirigente che alle volte non si prende la responsabilità. Per fortuna in questo caso il sindaco Gualtieri e l’assessore Smeriglio hanno detto: ‘non ce la facciamo a dire benvenuti con un editore nazista dall’altra parte‘. Penso che per fortuna ci siano dei politici che hanno anche il senso di cosa vuol dire una politica culturale. D’altra parte invece, penso che ci sia una questione di sottovalutazione o un po’ di ignoranza.”
Anna Maria Malato: antifascismo, libertà e dialogo
“Il tema è complesso e riguarda antifascismo e libertà di pensiero. Boicottare una fiera non combatte il fascismo”, replica la presidente di ‘Più libri più liberi’, Anna Maria Malato. “Sappiamo che molti amici, colleghi ed editori hanno firmato la manifestazione, ma su temi così complessi serve un dialogo più approfondito“, afferma. Malato invita a riportare l’attenzione “sui libri e sul ruolo della fiera”, ricordando l’esistenza di un codice di autoregolamentazione sottoscritto dagli espositori: “Non siamo la magistratura: se c’è un reato, è la magistratura che deve intervenire. Le regole si possono cambiare, ma non in corsa.” La presidente rivendica “una vita improntata all’antifascismo”, ma sottolinea di credere anche “nei valori della libertà“. Riguardo al contenuto dei testi contestati, ammette che “pesa moltissimo”, ma respinge la via del boicottaggio: “Non credo che boicottare una fiera o impedirne lo svolgimento serva a combattere fascismo e nazismo. Chiedo più dialogo, più ascolto e meno intransigenza“, ha concluso.
Innocenzo Cipolletta (AIE): rifiutare la censura
“Siamo una fiera di cultura e idee, ed era inevitabile che arrivassero anche delle polemiche”, è il punto di vista del presidente dell’AIE, Innocenzo Cipolletta, che ha spiegato che all’associazione è arrivata una lettera firmata da circa ottanta autori che chiedevano l’esclusione della casa editrice. “La posizione degli editori è chiara: rifiutiamo qualunque censura“, ha ribadito il presidente AIE. Cipolletta ha precisato che eventuali reati “sono materia della magistratura” e che il giudizio sulla produzione editoriale “spetta ai lettori, non a chi organizza una fiera”.
Cipolletta ha anche ricordato che l’AIE non è rimasta silente in altre circostanze (Scurati, Saviano). Per il presidente degli editori, “difendere la libertà di espressione significa farlo sempre”, anche quando le idee in gioco non sono condivise: “Opporsi alla censura vuol dire rifiutare che si tacitino pensieri che non ci appartengono. Crediamo nel confronto, crediamo nelle idee.” Cipolletta ha definito infine “una polemica vile” l’accusa secondo cui la scelta di non espellere l’editore contestato sarebbe stata dettata dal timore di perdere finanziamenti.



