venerdì, Dicembre 5, 2025
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Michael Bublè: “Amo Roma ma tifo per il Vancouver e il River Plate”

 AGI – Michael Bublè, cosa significa per te questo “Concerto con i Poveri” e che cosa ti ha chiesto di cantare il Papa? «Questo concerto significa molto per me, per molte diverse ragioni. So che il Vaticano e il Santo Padre avrebbero potuto avere chiunque e qualcuno avrebbe voluto essere qui. Quindi il fatto che mi abbiano chiesto ha significato molto per me. Il Santo Padre ha chiesto molte canzoni e quasi tutte saranno parte del set-list. Non ti dirò quali, perché voglio che sia una sorpresa quando andrò a mettere il programma insieme domani (sabato 6 dicembre, ndr)».

Nei momenti difficili della tua vita, quanto è stata importante la fede?

«La fede non è solo importante nei momenti difficili per me. La fede è importante nei momenti più importanti. Per tutte le cose buone devo essere grato, perché c’era un progetto. Cerco di mettere la mia fiducia nel sapere che c’è un progetto per me. Qualsiasi cosa sia, cerco di ascoltarmi. Anche nei momenti difficili è stata più che d’aiuto. Ho una bellissima famiglia e una bellissima moglie che mi aiuta quando le cose sono difficili».

Qual è il tuo rapporto con l’Italia e qual è il tuo cantante preferito?

«Il mio rapporto con l’Italia è forte, la mia connessione è forte. Quando mi chiedi chi sono, rispondo che sono un canadese dall’estrazione italiana. È una parte del mio essere. Sono molto orgoglioso della mia doppia cittadinanza, molto orgoglioso della mia storia, delle storie che ho sentito e conosciuto dai miei vicini e dalla mia famiglia emigrata dall’Italia. Anche la famiglia di mia moglie è emigrata dall’Italia. I miei cantanti preferiti? Pavarotti. Amo Pavarotti. Amo anche gli americani come Dean Martin, Frank Sinatra e Tony Bennett. Tantissimi. Sono molto orgoglioso di poter continuare la mia storia con i miei eroi».

Cosa ti ha colpito di Roma? Ti piace la squadra di calcio della città?

«Amo Roma. È probabilmente il mio destino di vacanza preferito per la mia famiglia e per i miei bambini. Amiamo camminare, esplorare, fare pizze e gelato, andare nei bellissimi ristoranti, nei parchi, nelle fontane. Amiamo tutto.
Per quanto riguarda il calcio… la mia squadra è quella dei Vancouver, e l’altra che seguo è il River Plate, in Argentina».

E in Italia? Hai una squadra preferita?

“Non ho squadre preferite ma quando ci sarà la Coppa del Mondo tiferò la Nazionale”.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

«Sto realizzando un bellissimo disco. Ho progetti per film e televisione. Ma in questo momento è fantastico avere un po’ più di tempo del solito per essere un padre, un marito, per poter prendere i miei bambini, portarli a scuola e fare sport. Amo gli sport: ho giocato a calcio, a calcio e a calcio. Amo molto gli sport».

Ti piacerebbe collaborare ancora con un cantante italiano?

“Sì, amo i cantanti italiani. Ho lavorato con Laura Pausini e la amo tanto. Ho potuto darle un grande abbraccio: lei e io abbiamo lavorato insieme molti anni fa ed ero all’evento dei Latin Grammy. È stato bellissimo abbracciarla di nuovo. È una bellissima donna e mia moglie ed io la adoriamo. Amiamo la sua musica e non vedo l’ora di lavorare ancora con lei”.

Ci vediamo a Sanremo? È possibile un tuo ritorno?

“Certo, amo Sanremo. Sanremo è stato uno dei momenti più importanti della mia carriera. Mi ricordo che quando sono tornato in Canada e stavo diventando famoso, i miei parenti dicevano: “No, tu non sei così famoso”. E io rispondevo: “Come no? Sono ai Grammy, agli Oscar…”. Ma loro dicevano: “No, quando fai Sanremo, allora sei famoso”. Anni dopo ho fatto Sanremo per la prima volta e quando sono tornato a Vancouver i miei genitori mi hanno detto: “Wow, ora sei famoso. Ora hai fatto Sanremo”.

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