sabato, Dicembre 27, 2025
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Nel libro di Rutelli la chiave per capire (e amare) Roma

AGI – In “Roma, la città dei segreti – Misteri, enigmi e meraviglie di una Capitale millenaria” Francesco Rutelli offre ai lettori un’avventura. Spegnete per una volta il telefonino, la città che racconta l’autore non è quella dei selfie, dei luoghi comuni, delle immagini cult ormai diventate impermeabili alle emozioni. Il libro di Rutelli va “alla ricerca di una Roma largamente sconosciuta”. Diciannove mete che in poco più di 250 pagine l’autore esplora secondo un principio che fu di Calvino: “D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”.  E di risposte qui se ne trovano parecchie, a volte senza essersi mai posti le domande. 

Che Francesco Rutelli conosca e ami Roma è evidente, banale; ne è stato il sindaco. Ma a più di trent’anni dalla sua prima elezione in Campidoglio, si può sostenere con buona pace dei successori che la città eterna che vediamo ora ha preso forma prima nella sua testa. 
Non si tratta solo del passaggio dalla ‘Capitale della burocrazia’ a una metropoli moderna in equilibrio tra passato e futuro, quello che sarà ribattezzato il ‘modello Roma’ nell’era Veltroni. Nell’impegno di Rutelli c’è stato soprattutto il ripensamento di tutta la città, partendo da quel “pianificar facendo”, che è diventato il principio e il motore del cambiamento.  

Per farla breve, quasi tutto quello che c’è oggi a Roma – nel bene o nel male, ognuno avrà la sua idea – arriva dall’immaginazione del ‘sindaco in motorino’ e della sua squadra, che nel libro è citata più volte: dall’Auditorium di Renzo Piano alla sistemazione dell’Ara Pacis con la teca di Richard Meier, il Maxxi di Zaha Hadid, la Nuvola dei Fuksas (Massimiliano e Doriana), il Ponte della Musica, i sottopassi e le gallerie, la nuova Fiera sulla strada per Fiumicino. L’ultima stagione delle archistar. Probabilmente per Rutelli è stata una questione anche ‘personale’, che attiene ai suoi (incompleti, allora) studi di architettura, conclusi pochi anni fa. 

Leggendo il libro si comprende che l’ex sindaco non è soltanto un conoscitore appassionato di Roma, come tanti.  Ne ha i ‘codici’, le chiavi. E allora vale proprio la pena di accettare il viaggio che propone nel testo edito da Newton Compton, arricchito di fotografie e riproduzioni d’epoca. 
Si parte dalle chiese gemelle di piazza del Popolo e si arriva all’Eur, si passa per le torri e per gli antichi mestieri a cui sono dedicate tante strade. Siete liberi di accettare i suoi consigli – come quello di visitare San Lorenzo in Miranda – o no, ma nessuno si annoierà.

Nel libro l’autore ripercorre aneddoti, richiama il Belli e Alberto Sordi, le storie delle cortigiane nella città dei Papi e l’origine di tante parole tornate di uso comune. Non manca il percorso della guerra, tra archibugiate, cannonate e mitragliate, per approdare poi al Circo Massimo, al Tevere con i suoi ponti, agli enigmi del Pantheon fino al Quirinale. Un capitolo è dedicato alle iscrizioni latine, un altro a Pasquino, la ‘statua parlante’ più celebre del mondo. 
Non manca il Campidoglio, con l’imponente Marco Aurelio a cavallo in bronzo dorato, di cui la regina Elisabetta chiese proprio a lui quando era sindaco: “Ma perché non ha le redini?”.

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