domenica, Dicembre 28, 2025
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Brigitte Bardot e Alain Delon, un legame oltre il tempo

AGI – Se il cinema francese del Novecento avesse un’anagrafe aristocratica, Brigitte Bardot e Alain Delon ne sarebbero senza dubbio i sovrani assoluti. Il loro rapporto, sospeso tra una complicità fraterna e un’estetica speculare, rappresenta uno dei capitoli più affascinanti della cronaca culturale europea: una connessione rara, durata oltre sessant’anni, che ha resistito all’usura del tempo e alla ferocia dei riflettori.

Nonostante la pressione costante dell’immaginario collettivo, che li voleva amanti per diritto divino della bellezza, tra B.B. e Delon non ci fu mai una storia d’amore nel senso convenzionale del termine. “Non è successo niente, per quanto possa sembrare strano”, ammise la stessa Bardot anni dopo. La loro è stata piuttosto una affinità elettiva, un riconoscimento immediato tra due solitudini che condividevano lo stesso peso di una fama ingombrante e lo stesso sguardo malinconico su un mondo che sentivano di non abitare fino in fondo.

Il primo incontro sul set

Il loro primo incontro professionale risale al 1961 sul set di “Amori celebri”, ma è nel 1968, in “Tre passi nel delirio”, che la loro intesa diventa visibile agli occhi del mondo. Nell’episodio diretto da Louis Malle, i due recitano l’uno di fronte all’altra in un clima di tensione magnetica. Lei, con la sua chioma bionda e selvaggia; lui, con quegli occhi di ghiaccio capaci di tagliare l’inquadratura. Eppure, dietro le quinte, il legame era fatto di lunghe telefonate, risate private e una profonda comprensione dei reciproci tormenti.

La battaglia per i diritti degli animali

Ciò che ha cementato definitivamente questa unione è stata la comune battaglia per i diritti degli animali. Quando la Bardot abbandonò il cinema per dedicarsi alla sua Fondazione, trovò in Delon non solo un sostenitore, ma un alleato agguerrito. Entrambi avevano scelto di rifugiarsi nell’amore incondizionato dei cani per sfuggire alle delusioni umane. Alain, proprio come Brigitte, dichiarò spesso di sentirsi più a suo agio tra i suoi pastori tedeschi che nei salotti parigini, arrivando a costruire un cimitero privato per i suoi cani nella sua tenuta di Douchy.

Un dialogo che sfida il tempo

 

 

Negli ultimi anni, il loro rapporto si era trasformato in un dialogo epistolare e telefonico costante. Si chiamavano spesso, commentando con asprezza la decadenza dei tempi moderni o scambiandosi conforto per le fragilità della vecchiaia. Quando Delon è scomparso nell’agosto 2024, la Bardot ha affidato a una lettera scritta a mano il suo dolore, definendo la sua morte come “un vuoto abissale che niente e nessuno potrà colmare”. Con la fine di questo legame, si chiude simbolicamente un’epoca in cui la bellezza non era solo un attributo fisico, ma una forma di resistenza contro l’ordinario.

 

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