domenica, Dicembre 28, 2025
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Brigitte Bardot, dal mito del cinema alla difesa degli animali

AGI – Due lettere, un mito: B.B.. Basta questo per pensare alla donna più bella del cinema francese e non solo. A quel mito indiscusso di seduzione e libertà. Perché Brigitte Bardot non è stata solo immagine patinata o di celluloide.

Eppure, in un determinato momento, la carriera cinematografica si è spenta. Oggi, guardando al suo percorso, ci si accorge che la sua parabola non è stata una fuga dalle scene, ma una metamorfosi necessaria: da musa della celluloide a paladina della vita selvaggia.

 

 

Il mito esplode nel 1956 con “E Dio creò la donna”

Sotto la regia di Roger Vadim, la Bardot non interpreta solo un personaggio; incarna una libertà sfacciata che scuote la Francia conservatrice e conquista l’America. Con i piedi scalzi e la danza selvaggia sul tavolo, Brigitte inventa un nuovo linguaggio del corpo, fatto di naturalezza e di una sensualità che rifiutava le pose ingessate delle dive di Hollywood.

Filmografia e icona di stile

La sua filmografia è un viaggio attraverso l’età dell’oro del cinema francese. In “La Verità” (1960) di Henri-Georges Clouzot, dimostra un talento drammatico viscerale, lontano dai cliché della “bambola bionda”, mentre con “Il Disprezzo” (1963), Jean-Luc Godard la trasforma in una statua classica immersa nei colori di Capri, regalandoci uno dei capolavori assoluti della Nouvelle Vague. Ogni suo film era un evento, ogni sua pettinatura una tendenza, ogni suo broncio un caso nazionale.

 

 

La grande rinuncia: dal cinema alla vita selvaggia

Poi, nel 1973, lo shock: al culmine della bellezza e della fama, a soli 39 anni, l’addio definitivo al cinema. Brigitte Bardot decide che il mondo della finzione non le basta più. “Ho dato la mia giovinezza e la mia bellezza agli uomini; ora darò la mia saggezza e la mia esperienza agli animali”, dichiarò.

La missione animalista

Quello che molti scambiarono per un capriccio si rivelò una missione di ferro. Attraverso la Fondazione Brigitte Bardot, creata nel 1986 dopo aver messo all’asta i suoi beni personali, l’ex attrice ha trasformato il suo potere mediatico in uno scudo per i più deboli.

 

 

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