sabato, Maggio 31, 2025
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A Napoli prende forma una nuova visione dello soft power per l’Africa e il Medio Oriente

AGI – Napoli, città che da sempre incarna lo spirito mediterraneo del dialogo e della condivisione culturale, ha ospitato la sesta conferenza del Soft Power Club. Questo evento internazionale ha posto l’Italia, e in particolare il Sud, al centro di una riflessione cruciale sul ruolo del soft power in un mondo segnato da conflitti, instabilità e profonde trasformazioni, in particolare nelle regioni euromediterranee e africane. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha ribadito con forza l’ambizione di Napoli di diventare “luogo di incontro, dialogo e confronto” per una nuova dimensione euromediterranea basata sulla cooperazione, la pace e il rispetto reciproco. Questa visione affonda le radici nella storia stessa di Napoli, ma proietta anche il futuro dell’Italia come attore strategico nel Mediterraneo più ampio, in grado di stringere legami politici, economici e culturali con i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.

 

 

Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto tramite videomessaggio per sottolineare l’importanza strategica del soft power. “Il soft power italiano”, ha affermato, “è una forza millenaria, capace di attrarre e influenzare senza generare tensioni. È questo che rende unico il Made in Italy: un marchio globale di eccellenza, qualità e innovazione”. In un mondo segnato da guerre e protezionismi, l’Italia, ha proseguito Urso, deve rinnovare il suo soft power puntando su settori ad alta tecnologia come l’economia marittima, lo spazio, la microelettronica e l’intelligenza artificiale, senza perdere la propria identità culturale. Il legame tra cultura e potere di persuasione è stato al centro della sessione sul ruolo trasformativo della diplomazia culturale e delle industrie creative, con contributi di esperti provenienti da Europa, Africa e Medio Oriente. Tra questi, Samia Nkrumah, figlia dello storico leader ghanese Kwame Nkrumah, ha evocato la memoria dei padri fondatori dell’Africa indipendente e ha ravvivato il sogno di un continente unito, emancipato, partner del Mediterraneo.

 

L’Italia si propone così come ponte naturale tra Europa e Africa, capace di offrire non solo prodotti di eccellenza, ma anche modelli di cooperazione culturale, educativa e istituzionale. Si tratta di un’occasione storica per rafforzare la propria presenza nel continente africano, non attraverso logiche neocoloniali, ma attraverso un soft power inclusivo, basato sulla condivisione e sul rispetto.
Il convegno, organizzato dal Soft Power Club con il patrocinio dell’Università Federico II, del Comune di Napoli e delle istituzioni europee, si è concluso con una riflessione strategica sul Mediterraneo orientale. Le voci dei leader religiosi e culturali presenti hanno ribadito un concetto chiave: solo il dialogo, supportato da una visione a lungo termine, può fornire una risposta alle crisi attuali. E in questo senso, l’Italia può e deve svolgere un ruolo di primo piano.

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