mercoledì, Luglio 9, 2025
spot_imgspot_imgspot_imgspot_img

A Roma per la ricostruzione dell’Ucraina, al via giovedì i lavori con 2mila imprese

AGI – Mobilitare il sostegno internazionale per la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell’Ucraina attirando investimenti privati senza i quali la ricostruzione, che secondo le stime della Banca Mondiale richiede circa 500 miliardi di euro, difficilmente potrà realizzarsi. È l’obiettivo che si pone la Ukraine Recovery Conference (Urc 2025), maggiore appuntamento internazionale dell’anno sulla ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina, che si terrà giovedì e venerdì a Roma, nel complesso della Nuvola all’Eur. Co-organizzata dal governo italiano e ucraino, la Conferenza sulla ricostruzione di Roma punta ad annunciare nuovi e concreti impegni per l’Ucraina in termini finanziari e di nuovi accordi, raggiungendo e auspicabilmente superando i risultati della scorsa edizione a Berlino, l’estate scorsa, di 16,5 miliardi di euro di nuovi fondi, accordi e concreti.

In termini di numero di partecipanti (oltre 5.000 registrati, 38 organizzazioni internazionali invitate, 2.000 rappresentanti di aziende da 30 Paesi, di cui circa 500 italiani e circa 15 tra capi di Stato e governo) l’appuntamento viene già considerato un “successo” dagli organizzatori.

Alla Conferenza ha lavorato una Task Force istituita presso la Farnesina che, sotto la guida del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha nominato a tale scopo un inviato speciale, Davide La Cecilia. Roma intende basarsi sui risultati delle precedenti Urc – Lugano (2022), Londra (2023) e Berlino (2024) – portando avanti i quattro filoni Business, Capitale Umano, Locale e Regionale, Adesione all’Ue e Riforme con un formato che assicura continuità, promuove un processo coerente e assicura un approccio alla ripresa attraverso la partecipazione di diversi attori. Alla presenza di leader politici, imprenditori e rappresentanti della società civile, la Conferenza sulla Ricostruzione mira a mobilitare investimenti per il Paese, che sta affrontando il suo quarto anno di guerra.

Chi parteciperà

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, darà il via ai lavori giovedì mattina con Volodymyr Zelensky, atteso a Roma già stasera. Alla Urc parteciperanno, tra gli altri, anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il cancelliere tedesco Friedrich Merz, i premier polacco Donald Tusk, il greco Kyriakos Mitsotakis, l’albanese Edi Rama. Per la Santa Sede ci sarà il segretario di Stato Paul Richard Gallagher e rappresentanti di Paesi grandi donatori come la Svizzera, la Norvegia e la Corea del Sud. Presenti anche i vertici di diversi organizzazioni internazionali e banche di sviluppo.

I grandi assenti

Non saranno a Roma il capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron, e il premier britannico, Keir Starmer che giovedì – parallelamente alla Urc – presiederanno un nuovo summit della cosiddetta “coalizione dei volenterosi” per l’Ucraina, a cui sia Meloni che Zelensky si collegheranno in videoconferenza da Roma.

Francia e Regno Unito saranno comunque presenti ad alto livello a Roma: per Parigi è atteso giovedì sera il capo della diplomazia, Jean-Noel Barrot. Israele, a quanto si apprende, è stato invitato ma per ora non ha confermato la sua partecipazione.
Alla Nuvola i riflettori saranno puntati sulla delegazione americana, guidata dall’inviato speciale per l’Ucraina Keith Kellogg, che non sarà però accompagnato da nessun ministro dell’amministrazione Trump. Coi negoziati di pace in stallo, le posizioni ondivaghe della Casa Bianca sull’assistenza militare a Kiev, l’interesse del presidente statunitense a ‘fare affari’ con l’Ucraina in formato bilaterale e la recente rivelazione di Bloomberg sulla decisione del fondo americano Blackrock di abbandonare il progetto di raccogliere finanziatori per l’Ucraina, un segnale chiaro dell’impegno Usa su questo fronte appare fondamentale per incentivare gli investimenti privati.

L’esercizio di ottimismo è d’obbligo: la Urc di Roma si svolge ancora in assenza di un cessate il fuoco, ma gli organizzatori tengono a sottolineare la necessità di farsi trovare preparati a quella che sarà una vera e propria “maratona” per la ripresa del Paese, destinata a durare almeno un decennio, come lo è stato in parte anche il Piano Marshall, che tradotto in soldi correnti valeva tre volte di meno della ricostruzione ucraina.

 ​ Read More 

​ 

VIRGO FUND

PRIMO PIANO