AGI – È morto nella sua casa di Milano all’età di 99 anni il grande scultore Arnaldo Pomodoro: ne ha dato notizia il direttore generale della fondazione che porta il suo nome, Carlotta Montebello.
“Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie”, ha scritto in una nota su Facebook, “il Maestro lascia un’eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l’intensità del suo pensiero, capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa”.
Pomodoro si è spento domenica sera, alla vigilia del suo 99mo compleanno. Nato a Montebello di Romagna, era famoso soprattutto per le sue opere di grandi dimensioni collocate negli spazi urbani: obelischi, piramidi e soprattutto le iconiche sfere di bronzo, capolavori a meta’ tra arte e architettura.
Tra queste sono diventate un simbolo quelle davanti al Ministero degli Esteri a Roma e al quartier generale dell’Onu a New York, in cui la perfetta lucidità esalta la linearità geometrica dei volumi, interrotta da falde innaturali al cui interno si apre un groviglio.
L’opera di Pomodoro, soprattutto le grandi sculture pubbliche, sono apprezzate sia all’occhio dell’esperto che a quello del semplice appassionato. Era il fratello maggiore di Gio’ Pomodoro, morto nel 2002, altro grande scultore astratto da cui però aveva preso artisticamente le distanze.
“Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti”, ha scritto il direttore generale Carlotta Montebello. Della Fondazione nata nel 1955, Pomododo diceva: “Non ho mai creduto alle fondazioni che celebrano un solo artista come unicum. L’artista è parte di un tessuto di cultura, il suo contributo attivo non può venire mai meno ed è per questo che ho concepito la mia Fondazione come un luogo attivo e vivo di elaborazione culturale, oltre che come centro di documentazione della mia opera, capace di fare proposte originali e non solo di conservare passivamente”.
Carlotta Montebello ha assicurato che la Fondazione “continuerà ad operare secondo la volontà del fondatore, garantendo la conservazione e la valorizzazione della sua opera, impegnandosi a diffondere il proprio patrimonio materiale e immateriale attraverso la realizzazione di mostre, eventi e iniziative in uno spazio inventivo, quasi sperimentale, di studio e confronto sui temi dell’arte e della scultura, che mira a un coinvolgimento, profondo e globale, con le persone e la società”.