lunedì, Novembre 10, 2025
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Bce, chi prenderà il posto di Lagarde? Manovre in corso

AGI – La Banca centrale europea darà presto il via a un ampio rimpasto dei suoi vertici, una competizione che alla fine deciderà anche la successione alla presidenza, cioè su chi guiderà l’era post Lagarde. Il Financial Times sottolinea che quattro dei sei consiglieri nel comitato esecutivo della BCE diventeranno vacanti entro la fine del 2027, a cominciare dal vicepresidente Luis de Guindos, il cui mandato scadrà a maggio prossimo.

Lagarde, il capo economista Philip Lane e Isabel Schnabel arriveranno tutti alla fine del loro mandato nel 2027, scatenando una competizione per assicurarsi i ruoli più potenti all’interno dell’Eurotower. La corsa alla sostituzione di de Guindos coinciderà peraltro con i cambiamenti alla guida della Federal Reserve statunitense, poiché anche il mandato del presidente Jay Powell – che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito un “idiota” – scadrà a maggio.

Il nodo della vice presidenza

Secondo tre fonti del Financial Times, la BCE è pronta a chiedere a Bruxelles di avviare il processo formale per la sostituzione di de Guindos e i ministri delle finanze dell’Eurozona inizieranno a discutere della questione questa settimana.

La nazionalità e l’orientamento della politica monetaria del prossimo vicepresidente della BCE avranno un peso significativo nel determinare la successione di Lagarde, dato il delicato equilibrio di potere tra i 21 membri dell’Eurozona. Il Ft ricorda che la presidenza della BCE è uno degli incarichi di lavoro meglio retribuiti nella UE, con uno stipendio base di 466.000 euro all’anno, più i benefici, e una somma stimata a sei cifre per la partecipazione al consiglio di amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali.

Dietro le quinte è già iniziata la corsa per la carica più alta, con due principali contendenti che manovrano per sostituire Lagarde: l’ex governatore della banca centrale olandese Klaas Knot e il presidente della Bundesbank Joachim Nagel. Un terzo candidato, che secondo una delle persone interpellate “soddisferebbe tutti i requisiti”, è l’ex governatore spagnolo Pablo Hernández de Cos, ora direttore generale della Banca dei Regolamenti Internazionali e rispettato ex economista accademico.

La complessa corsa alla successione in BCE

“Rispecchiare l’intera gamma degli Stati membri europei nel consiglio direttivo della BCE è un compito molto complesso”, ha affermato a FT Jens Eisenschmidt, capo economista europeo di Morgan Stanley ed ex ricercatore senior della BCE. Esiste una regola non scritta secondo cui nessun paese può detenere due seggi nel consiglio direttivo. Gli Stati dell’Europa orientale e del Baltico che hanno aderito all’Eurozona dal 2007 stanno chiedendo di avere voce in capitolo nel consiglio, con la Lettonia che punta apertamente a un seggio. La Finlandia ha deciso di candidare il governatore della sua banca centrale Olli Rehn, economista ed ex commissario europeo, alla vicepresidenza, mentre il governo croato è pronto a nominare il governatore della sua banca centrale Boris Vuji.

Rehn è una delle voci più accomodanti del consiglio direttivo della BCE, che mette in guardia dal rischio che l’inflazione scenda al di sotto dell’obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale. Anche l’equilibrio di genere è un fattore da considerare. Storicamente, il comitato esecutivo della BCE è stato fortemente dominato dagli uomini. Dal 1998, solo il 19% dei suoi 26 membri è stato costituito da donne. La Francia, così come il Parlamento europeo, darà particolare risalto alla questione di genere, hanno rivelato le fonti del FT. Secondo indiscrezioni, la vice governatrice della banca centrale francese Agnès Bénassy-Quéré e la sua omologa greca Christina Papaconstantinou sono considerate favorite nell’ottenere un posto nel consiglio, così come la capo economista dell’OCSE Laurence Boone e la professoressa della London Business School Hélène Rey.

Lagarde, che all’inizio di quest’anno ha smentito le voci secondo cui avrebbe potuto lasciare prematuramente la BCE, in ottobre ha appoggiato Knot come potenziale successore. “Ha l’intelligenza, la resistenza [e] la capacità di coinvolgere le persone, un’abilità rara e molto necessaria”, ha dichiarato al podcast olandese College Leaders in Finance, aggiungendo che presiedere il consiglio direttivo richiede buone capacità relazionali, dato che molti governatori delle banche centrali nazionali sono “primedonne”. Knot “ha questa capacità. Ma non è l’unico”, ha affermato.

Klaas Knot: il falco e il “whatever it takes”

Klaas Knot, ex economista accademico con trent’anni di esperienza presso il FMI, la Banca centrale olandese e il Consiglio per la stabilità finanziaria, ha iniziato come voce falco durante i primi giorni della crisi del debito sovrano dell’Eurozona, ma successivamente ha assunto una posizione più sfumata. Tra i primi sostenitori dell’approccio “whatever it takes” dell’ex presidente della BCE Mario Draghi per salvaguardare l’euro durante la crisi, è stato anche uno dei sostenitori del programma di acquisto di titoli di emergenza della BCE, ancora inutilizzato, il “transmission protection instrument“. Questo è stato istituito nel 2022 per impedire che l’aumento dei tassi di interesse scatenasse un’altra crisi del debito. Alcuni addetti ai lavori ritengono tuttavia che alcune voci influenti in Italia e in altri paesi del sud potrebbero nutrire riserve sulle sue posizioni passate, poiché si è apertamente opposto alla controversa politica monetaria ultra-espansiva di Draghi.

Joachim Nagel e l’ambizione tedesca

Secondo fonti vicine alla situazione, Joachim Nagel avrebbe invece iniziato a fare pressioni su Berlino affinché lo sostenga come prossimo capo della BCE. Recentemente ha tenuto una serie di discorsi e interviste, tra cui in Grecia, Spagna, India e Stati Uniti, su argomenti quali “preparare l’Europa al suo nuovo ruolo globale”. La Germania, pur essendo il membro più importante dell’Eurozona, non ha mai ricoperto la presidenza della BCE. Membro ben introdotto del Partito Socialdemocratico tedesco, Nagel è considerato una persona affabile con opinioni moderate, secondo fonti interne alla BCE. I funzionari della Bundesbank che lavorano a stretto contatto con lui descrivono Nagel come un “animale politico“. Sotto la sua guida, la Bundesbank ha attenuato la sua ortodossia in materia di politica monetaria.

Nagel ha sostenuto lo scorso anno che “le fondamenta della macchina industriale tedesca sono ancora intatte”. Uno degli ostacoli che dovrà affrontare sarà il predominio della Germania in altre istituzioni chiave dell’UE: Ursula von der Leyen è a capo della Commissione europea, Claudia Buch dell’autorità di vigilanza bancaria del Meccanismo di vigilanza unico e Verena Ross dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati. Storicamente, la presidenza della BCE non era considerata di importanza strategica nazionale a Berlino, in particolare perché conquistarla avrebbe richiesto concessioni in altri settori.

Pablo Hernández de Cos: la carta spagnola

La Spagna, come la Germania, non ha mai ricoperto la presidenza della BCE ed è l’unica grande economia dell’Eurozona che attualmente vanta una crescita significativa. Dopo l’uscita di Luis de Guindos, anche la Spagna non sarà rappresentata nel comitato esecutivo. Pablo Hernández de Cos, ex docente di economia presso la scuola di business spagnola Instituto de Empresa e l’Università Carlos III di Madrid, ha esperienza sia accademica che istituzionale. In qualità di governatore spagnolo, si è fatto un nome come voce pragmatica nel consiglio direttivo. Ma il posto alla BCE tende a essere oggetto di un più ampio scambio di favori tra i membri dell’Eurozona. Una potenziale vittoria di un candidato dell’estrema destra del Rassemblement National alle elezioni presidenziali francesi del 2027 potrebbe complicare ulteriormente il processo.

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