AGI – È una commedia all’italiana, ma anche un film che ha il coraggio di dire qualcosa sulla società di oggi. Il film racconta una “generazione di giovani straordinaria”, lo spiega Massimiliano Bruno, intervistato dall’AGI insieme a Edoardo Leo e Claudia Pandolfi, raccontando ‘Due cuori e due capanne’, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e nelle sale dal 22 gennaio 2026.
“Raccontiamo i ragazzi che non si tengono dentro le emozioni ma le raccontano, che reagiscono di fronte al disumano – continua Bruno – E poi c’è uno scontro fortissimo tra due personaggi opposti, una femminista e un maschilista che per errore si trovano a condividere un figlio”.
“Ne nasce una commedia divertente ma anche attuale, perché parla di scuola, di affettività e sessualità proprio nel periodo in cui i nostri politici ritengono questi temi non debbano essere trattati nelle scuole – accusa il regista – È una commedia all’italiana, il mio genere, e devo dire che mi sono divertito come non accadeva da anni. Dopo il primo giorno di riprese ho pensato: questo potrebbe essere il mio film migliore”.
La storia mette in scena “due opposti irriducibili” che si ritrovano a condividere non solo una notte di passione ma anche la stessa scuola. Lei odia gli uomini, lui odia le complicazioni: Alessandra e Valerio non potrebbero essere più diversi. Lei è una splendida quarantenne libera, indipendente e anticonformista, impegnata nel sociale e femminista convinta. Lui è un preside sportivo e rigoroso, attento alle convenzioni e abitudini di sempre. Quando scoprono di lavorare insieme, i due sono costretti a convivere tra corridoi e aule piene di adolescenti, dove dovranno mettere in discussione tutto ciò in cui credono.
Claudia Pandolfi, che interpreta la professoressa Alessandra, spiega: “Alessandra è parecchio radicale, parecchio polarizzata. Va bene sovvertire il sistema, ma bisogna trovare un modo per emanciparsi nelle cose. Lei ha bisogno di una rottura con un preside bigotto, ma l’ideale sarebbe non arrivare a questo. Parliamo ancora oggi della necessità di dare ai giovani gli strumenti per muovere i primi passi nell’affettività e nel rispetto del corpo altrui. È talmente urgente che il film risulta drammaticamente attuale”.
Edoardo Leo, che interpreta un uomo radicato nei retaggi culturali del maschilismo aggiunge: “Il film parla di ascolto. Di mettersi nei panni degli altri, cosa che ci migliorerebbe come società, come esseri umani, come scuola, come set. Io dubito fortemente di chi dice ‘sono fatto così’ e non ha il coraggio di aprirsi, di capire l’idea dell’altro, anche se la consideri sbagliata”.
Sul ruolo dei giovani oggi, delle manifestazioni e del fermento sociale delle piazze piene visibile anche nel loro film Leo osserva: “Il fatto che così tante piazze siano state invase da ragazzi è un segnale meraviglioso. Dobbiamo arrenderci all’idea che questa generazione non è come la dipingono: è molto meglio della nostra”. Pandolfi sul tema conclude: “I ragazzi gridano. Bisogna vedere se vengono ascoltati, e se non accade devono gridare più forte”.