mercoledì, Dicembre 24, 2025
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“Caffè al fronte”. Il Natale di guerra (anche) per gli ucraini in Italia

AGI – Il caffè solubile, le barrette energetiche, il tonno in scatola, pezzi di Parmigiano Reggiano e due bottiglie di olio di olivaOles Horodetskyy, presidente dell’associazione cristiani ucraini in Italia, ha sistemato il kit di ‘sopravvivenza’ su una corriera già partita da Roma e diretta in Ucraina.

Il cognato Konstiantyn lo riceverà (forse) a Natale. Il soldato Kostyk (per gli amici) combatte da mesi per difendere la striscia di terra attorno a Pokrovsk, snodo strategico di trasporto nell’oblast di Donec’k (nel sud est del Paese) al centro dell’offensiva russa.

Il quarto Natale di guerra 

“È il quarto Natale di guerra per noi. Non possiamo festeggiarlo in serenità ma continuiamo a sperare in una pace giusta”, racconta all’AGI Horodetskyy, ‘voce’ di circa 500mila ucraini che vivono in Italia. Anche qui come in patria la cena della Vigilia è dominata dalla Kutia (bacche di grano bollite, con miele e semi di papavero) ma spesso c’è un posto vuoto a tavola. “Al fronte gli uomini continuano a resistere. Molti bambini sono rimasti orfani del padre ucciso dai russi. Oppure il loro papà è distante 2mila chilometri perché ogni giorno lavora nelle fabbriche militari ucraine”.

Sedie vuote per ricordare i soldati dispersi 

Migliaia di soldati dispersibambini deportati e prigionieri di guerra detenuti in Russia. Per ricordarli da Kiev a Odessa, il Natale è anche una tavola apparecchiata in strada e tante sedie vuote attorno. Come avvenuto, ad esempio, a Stryi, una città nella regione di Leopoli dove ogni piatto è abbinato al nome scritto in nero sopra a un cartoncino bianco.

La raccolta ‘porta a porta’ per i militari 

È sempre più buio in UcrainaMosca bombarda le centrali elettriche. I black out sono la regola. Il riscaldamento un lusso. Ai militari servono coperte e generi di conforto. Così è un Natale di mobilitazione sull’asse Roma-Kiev. Ogni settimana la comunità raccoglie beni di ogni genere da mandare sulla linea dei combattimenti

Scarponigiacchecibo in scatolafarmaci e pure generatori di corrente. Una raccolta ‘porta a porta’ che si affianca alle tonnellate di aiuti partiti, dall’inizio dell’invasione russa, dalla Basilica di Santa Sofia di Roma ‘centro nevralgico’ delle spedizioni.

“In questo periodo gli aiuti sono raddoppiati. Oltre al cibo mandiamo antibioticiantidolorifici e vestiti”, spiega Oles. I grossi scatoloni, racconta, partono dalla Capitale e vengono riempiti durante il fine settimana. Gruppetti di persone radunano i pacchi in via Ostiense o vicino alla stazione Rebibbia della Metropolitana. Destinazione Ucraina.

La cena della Vigilia in Italia

Con il pensiero sempre ai connazionali al fronte, in Italia si festeggia la Vigilia con la tradizionale cena a base di 12 portate (come i dodici Apostoli) senza grassi né carne. Si inizia con il Kutya il dolce di grano bollito, semi di papavero, miele, noci e uvetta.

Il Natale al fronte

La candela illumina piatti a base di carpa frittaravioli con patate e cipolla, la zuppa di barbabietole. Un cero si accende anche dentro ai bunker dei militariMuri grigi e piatti di plastica.

Canti di patria e speranza

Da Kiev a Roma si canta la patria e il Natale di guerraSoldati al fronte e le loro famiglie in Italia intonano canzoni come “Shchedryk” (noto come “Carol of the Bells”), una melodia popolare ucraina poi adattata in America per il Natale.

Così, nei giorni scorsi, hanno fatto anche i bambini ucraini del coro Zorynka di Ternopil, accolti da Ignazio La Russa nel cortile d’onore del Senato. Proprio nella città a 120 chilometri da Leopoli vive la famiglia di Oles. “Ho appena parlato con lo staff del sindaco di Ternopil per ringraziarlo. Per i bimbi del coro è stata un’esperienza bellissima”.

 

 

 

 

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