AGI – Potrebbe essere la direzione del 19 febbraio a fare luce sui piani della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Sia per quello che riguarda le liste per le europee di giugno sia, soprattutto, per quello che riguarda la sua personale candidatura. La convocazione recita all’ordine del giorno “valutazione della situazione politica e il congresso Pse del 1 e 2 marzo a Roma”. Il congresso Pse è l’appuntamento a cui si guarda per la discesa in campo della segretaria che ha sempre detto di voler mettere il programma davanti ai nomi. In quell’occasione sarà incoronato il candidato del Pse alla Commissione Europea e, subito dopo, potrebbe arrivare un segnale da parte di Schlein sulla sua discesa in campo.
Nel partito c’è la convinzione diffusa che ormai la segretaria non può fare passi indietro rispetto alla sua candidatura, anche perché il duello con Giorgia Meloni è avviatissimo (in settimana è atteso un incontro fra i rispettivi staff per mettere nero su bianco le regole del confronto Tv) e un passo indietro rappresenterebbe un segnale negativo all’elettorato. Rimane da capire se Schlein si candiderà in tutte le circoscrizioni come capolista o soltanto in alcune. La prima ipotesi è la più caldeggiata dal gruppo dirigente dem convinto che, se duello deve essere, è bene che sia sui numeri: solo una candidatura in prima persona delle due leader, infatti, può decretare la vincitrice attraverso il “televoto”, senza ricorrere alle “giurie di stampa e radio”, come sintetizza una fonte dem. Ma non solo: la candidatura in prima perone di Elly Schlein deve servire a trascinare il partito e per massimizzare questo effetto è necessario che il nome della leader compaia in testa alle liste. In mattinata, Schlein è stata impegnata in un fitto giro di contatti riservati aventi per oggetto proprio le elezioni Europee. La convocazione della direzione è arrivata subito dopo. Un altro segnale che sembra indicare che la composizione delle liste sia un lavoro molto bene avviato.
Il problema, per Elly Schlein, non è tanto chi candidare quanto chi lasciare fuori. Perché l’elenco degli aspiranti si va allargando ogni giorno che passa e i posti in cima alle liste, quelli che possono offrire più chance di elezione, non sono poi molti. Il capodelegazione Brando Benifei, e la sua vice Elisabetta Gualmini vorrebbero rimanere a Bruxelles. Tuttavia, alcuni ‘incidenti di percorso’ occorsi durante la segreteria Schlein offrono argomenti su cui al Nazareno ci si trova a riflettere. È ancora viva nella memoria dei dirigenti più alti in grado il voto su Asap, il piano che prevedeva la possibilità per gli Stati membri di utilizzare la risorse del Next Generation Eu per la produzione di munizioni da inviare all’Ucraina, quando a votare in linea con i Nazareno fu la sola Camilla Laureti.
L’esponente di stretto rito ‘schleniano’ è, anche per questa ragione, in predicato di essere ricandidata nella Circoscrizione Centro. Un altro esponente che potrebbe essere confermato è il medico di Lampedusa, Pietro Bartolo, nella circoscrizione Isole. Nella circoscrizione Centro si sono detti disponibili i sindaci di Pesaro e Firenze, Matteo Ricci e Dario Nardella, che conferma: “Con il Pd ci stiamo organizzando per le liste. Io ho dato la mia disponibilità a candidarmi alla segretaria Schlein e al partito”. A questi due nomi si aggiunge quello del braccio destro della segretaria, Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria, in pole per correre accanto alla leader.
Nella circoscrizione Nord Ovest il nome che si fa in quota Schlein è quello della paladina dei diritti umani, Cecilia Strada, a cui si aggiunge quello di Stefano Bonaccini. Il presidente dell’Emilia-Romagna, tuttavia, potrebbe lasciare il posto all’ex sindaco di Bologna Virginio Merola, oggi deputato, e innescare una reazione a catena da fare tremare i polsi. Il governatore rinuncerebbe alla candidatura europea per lasciare il posto all’ex sindaco di Bologna, preferibilmente come capolista. A quel punto, Bonaccini lascerebbe la presidenza dell’Emilia-Romagna per partecipare alle suppletive di Bologna e sostituire Merola alla Camera dei Deputati.
La casella rimasta vuota, quella della Regione, potrebbe essere appetibile per il sindaco in carica a Bologna, Matteo Lepore. Uno scenario da incubo, per la leader dem e il partito, con la prospettiva di mandare al voto a stretto giro Bologna e l’Emilia-Romagna. Il rischio di perdere entrambe, per quanto remoto, va considerato. Per questo l’operazione non è benedetta dal ceto dirigente dem e, al momento, sembra confinata nei ‘pour parler’ del Transatlantico.
Altro nome di peso che si fa per il Nord Ovest è quello di Andrea Orlando che da tempo sta curando con particolare attenzione il territorio in cui è stato eletto, la Liguria, e che sta portando avanti temi dalla forte radice europeista, come quelli sulle politiche industriali e del lavoro. A questi nomi ne vanno aggiunti almeno due: quello di Emanuele Fiano, già deputato dem, che può contare a Milano e non solo di un forte consenso. E quello di Pierfrancesco Maran, oggi assessore del sindaco Giuseppe Sala. Spostando lo sguardo alla circoscrizione Nord Est, il responsabile diritti del Pd, Alessandro Zan, è sempre in pole per una candidatura. Tuttavia, voci su una sua presunta indecisione nel compiere questo passo hanno fatto scattare la corsa al nome civico, individuato in Gino Cecchettin, papà di Giulia la ragazza che, con la sua uccisione, è divenuta simbolo della lotta alla violenza di genere.
Una ipotesi che, però, i legali della famiglia hanno respinto seccamente. Nella stessa circoscrizione ci sarebbe Alessandra Moretti, tra i presenti al Forum sull’Europa organizzato da Schlein agli Studios sulla Tiburtina. Al Sud il nome su cui Schlein sembra voler puntare è quello del giornalista anti camorra e responsabile Informazione del Pd, Sandro Ruotolo, ‘mattatore’ del presidio per la libertà di informazione sotto la Rai. C’è, poi, Pina Picierno, attuale capodelegazione, ma il nome di ‘peso’ – elettoralmente parlando – è quello di Antonio Decaro, sindaco di Bari che sarebbe appoggiato anche da Vincenzo De Luca. A tutti questi esponenti andranno aggiunti i nomi provenienti dalla società civile. Schlein, d’altra parte, ha sottolineato ai dem la necessità di mettere in campo “liste aperte che mirino a rappresentare la società che abbiamo intorno a noi” e che non siano “un premio di consolazione, strumento di rivalsa o di conta interna”.