AGI – Carlo Verdone è arrivato questa mattina in Campidoglio per vestire simbolicamente i panni del “sindaco per un giorno”, accolto da applausi, fan e curiosi. “Adesso ti comando”, ha scherzato rivolgendosi a Roberto Gualtieri mentre riceveva la fascia tricolore al suo ingresso a Palazzo Senatorio, accompagnato dalle note della banda della Polizia locale che ha eseguito la colonna sonora di “Un sacco bello” di Ennio Morricone.
L’attore, che oggi compie 75 anni, ha subito improvvisato il suo “primo discorso operativo”: “Le buche le tapperemo, in qualche modo. Adesso faremo il primo progetto e poi devo attapparle. Il progetto numero uno. Siamo già d’accordo. Abbiamo preparato le macchine idrauliche”, ha detto ridendo ai giornalisti.
L’agenda del “sindaco per un giorno”
Subito dopo un passaggio nell’Aula Giulio Cesare, Verdone e Gualtieri sono entrati in Campidoglio e poi partiranno per l’inaugurazione dell’area ludica di via Olevano Romano. Questo evento segna un momento importante nell’esperienza di Verdone sindaco.
L’amore per Roma
L’attore ha espresso la sua emozione: “Sono molto emozionato, perché non me lo sarei mai aspettato dalla vita un regalo del genere. L’ho amata talmente tanto questa città che improvvisamente adesso mi abbraccia. Devo ringraziare Roberto (Gualtieri ndr) che ha avuto questa intuizione, questa sensibilità. Mi ha fatto il più bel regalo che potessi ricevere”. La profonda connessione tra Carlo Verdone e la sua città è palpabile.
Il precedente di Alberto Sordi
Verdone ha ricordato che l’unico precedente risale a 25 anni fa, quando la fascia fu consegnata ad Alberto Sordi per il suo 80° compleanno: “Sordi lo incontrai alle due a Cinecittà, dove aveva fatto una sosta. Mi disse: ‘andiamo via, via’. Mi portò al ristorante di fronte e mi raccontò: ‘Io, il sindaco, manco per tre ore. Una cosa tremenda. Portatemi a letto’. Abbiamo mangiato in fretta ed è stato riportato a casa a dormire. La sera c’è stato il rinfresco con Rutelli e Berlusconi, ma era morto. Non so che giro gli hanno fatto fare”.
Il viaggio nelle periferie
La scelta di dedicare la giornata alle periferie non è casuale: “Io ho scelto di andare nelle periferie perché mi sembrano i luoghi più interessanti, i più creativi. Bisogna dargli una bella spinta di speranza, soprattutto puntando sui giovani che possono avere delle idee. Sono quelli che guardano meglio il quartiere, quelli che possono dare un futuro alle periferie”.
“Un Tevere più limpido”
Tra le idee che Verdone vorrebbe vedere realizzate, c’è anche quella di valorizzare il Tevere: “Non dico renderlo balneabile, sarebbe molto complicato, però renderlo più limpido e meno inquinato. Il Tevere è un’arena fondamentale per noi”.
Un risveglio tra ‘le lacrime’
L’attore ha raccontato di essersi commosso al risveglio questa mattina: “Stamattina mi sono svegliato e qualche lacrima è venuta. Ho pensato ai miei genitori. Io ho amato tanto questa città. Ho capito la sensibilità, l’umore, la poesia anche di certe magagne. Il carattere dei romani è una famiglia, piena di ironia, pungente ma anche spiritosa, come mio padre e mia madre. Mi hanno insegnato ad amare questa città e a capirla meglio”.
La cultura motore del cambiamento
Verdone ha sottolineato il valore della comunità che cambia anche grazie alla cultura: “La comunità si sta facendo diversa a livello culturale: chi ha un campo di calcio, chi una scuola di musica, chi una sala di lettura. La cultura può fare veramente moltissimo. Secondo me sono i giovani che hanno più intuizione e creatività. Per le periferie mi sembrava la cosa migliore: andare là dove c’è bisogno di dare speranza”.
La giornata proseguirà con il pranzo al Centro anziani Cassia, un sopralluogo ai lavori di Tragliatella e un incontro con i residenti al Centro sociale di via Zubiena, prima dell’intervento di Verdone nella seduta straordinaria dell’Assemblea Capitolina.



