AGI – Secondo i giudici del collegio del Tribunale di Tempio Pausania, la studentessa italo-norvegese, presunta vittima della violenza sessuale di gruppo avvenuto in Costa Smeralda nel luglio 2019, principale accusatrice di Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, è pienamente attendibile.
Emerge dalle motivazioni depositate sulla sentenza che il 22 settembre ha condannato a 8 anni di reclusione Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, e 6 anni e 6 mesi a Francesco Corsiglia.
Le motivazioni della sentenza
Il collegio, presieduto da Marco Contu, con a latere Marcella Pinna e Alessandro Cossu, ha accolto totalmente gli elementi presentati dall’avvocata Giulia Bongiorno e ritiene fondati sia la ricostruzione, la dinamica dei fatti che l’elemento psicologico.
I giudici hanno trovato numerosi e convincenti elementi di riscontro, tali da consentire di ritenere comprovata la colpevolezza di Ciro Grillo e dei suoi tre amici che avrebbero agito, inoltre, “con una particolare brutalità” sulla studentessa che li ha poi denunciati.
Lo stato di minorata difesa della vittima
Sulla base delle dichiarazioni della vittima, è stato anche accettato lo stato di minorata difesa perché la studentessa avrebbe precisato di essere ubriaca e, quindi, in una posizione di vulnerabilità con i quattro che avrebbero approfittato di lei.
Per quanto concerne il capo b dell’imputazione, che riguarda l’episodio denunciato dall’altra ragazza, con una fotografia e un video a sfondo sessuale realizzati da Grillo, Capitta, Corsiglia e Lauria, mentre lei dormiva sul divano, anche in questo caso ci sarebbe stata l’evidenza di un contatto fisico e, per questo, è stata rilevata dai giudici la violenza sessuale.



