AGI – Pochi giorni prima di essere dichiarato morto suicida in cella, nell’agosto del 2019, il finanziere pedofilo Jeffrey Epstein aveva affermato di non avere nessuna intenzione di togliersi la vita e di temere anzi il dolore fisico. È quanto emerge dai documenti del carcere metropolitano di Brooklyn, inclusi nei nuovi documenti rilasciati dal dipartimento di Giustizia americano legati all’inchiesta su Epstein, deceduto in prigione in circostanze che hanno generato nella base Maga teorie complottiste.
Gli ultimi file sono destinati a riaccendere l’ipotesi diffusa sui social, secondo cui il finanziere sarebbe stato ucciso per evitare che potesse coinvolgere personaggi importanti, a costo di ritornare in libertà. Tra quelli che lo avevano frequentato c’erano l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e il principe Andrea. E c’era anche il suo ex amico, Donald Trump, che nel 2019 era Presidente, il cui nome viene citato molte volte nei documenti resi pubblici negli ultimi otto giorni.
Le convinzioni religiose e la negazione del suicidio
I file del Metropolitan Correctional Center di New York, dove Epstein era in attesa del processo per le accuse di traffico sessuale, rivelano anche nuovi dettagli sul “presunto tentativo di suicidio” del 23 luglio 2019. Secondo i documenti, il finanziere aveva detto di essere contrario all’ipotesi del suicidio, citando convinzioni religiose. “Ha detto di essere ebreo e che nella sua religione il suicidio è contrario alla religione”, si legge nella scheda di valutazione stilata l’1 agosto dai servizi psicologici del Bureau of Prisons.
Paura del dolore e stato mentale prima della morte
In altre note, i medici avevano confermato che Epstein aveva “negato idee suicide o di autolesionismo”. “Non mi piace il dolore e persino donare sangue”, aveva dichiarato. Ma un tentato e strano suicidio era stato registrato a luglio. Lui aveva spiegato di non ricordare l’incidente e di essere in ansia perché si era ritrovato strani segni sul collo di cui non conosceva l’origine. Nei documenti veniva descritto come una persona “logica e coerente“. Pochi giorni prima di morire, era risultato di “buon umore”. La diagnosi finale era stata che Epstein risultava “orientato al futuro” e “non rappresentare un pericolo per sé stesso”.
Il mistero del primo tentativo e la morte in cella
Epstein aveva chiesto di restare sotto osservazione, temendo di rientrare in cella, ma aveva anche affermato che non temeva per la propria vita. Le circostanze del primo tentativo di suicidio restano poco chiare: il finanziere era stato trovato in maglietta e boxer con respiro affannato, mentre stava russando. Gli agenti lo avevano ammanettato, vestito con una camicia anti-suicidio e messo sotto osservazione. Lui aveva spiegato di non ricordare nulla: disse che si era alzato di notte per prendere un bicchiere d’acqua e di essersi risvegliato circondato dagli agenti. Il 10 agosto venne trovato impiccato nella sua cella.



