lunedì, Novembre 10, 2025
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Cessate il fuoco a Gaza: primo risultato del piano in 20 punti di Trump

AGI – Un mese dopo l’avvio, la tregua a Gaza regge, nonostante picchi di tensione e forti timori di crollo. Una boccata di ossigeno per i palestinesi della Striscia e un sollievo per i familiari degli ostaggi che hanno visto tornare a casa i loro cari.

Il cessate il fuoco è il primo frutto concreto del piano in 20 punti promosso dal presidente Usa Donald Trump. Conclusa la Fase Uno, che prevedeva lo stop ai combattimenti, il ritiro dell’Idf oltre la Linea Gialla, la liberazione degli ostaggi e l’ingresso di una maggiore quantità di aiuti, si dovrà aprire la Fase Due con una serie incognite, dal disarmo di Hamas alla futura gestione, politica e di sicurezza, della Striscia.

Questi i punti originari del piano sottoscritto a Sharm el Sheikh:

1. Gaza sarà una zona de-radicalizzata e priva di terrore, che non rappresenta una minaccia per i suoi vicini.

2. Gaza sarà riqualificata a beneficio della sua gente, che ha sofferto più che abbastanza.

3. Se entrambe le parti accetteranno la proposta, la guerra finirà immediatamente. Le forze israeliane si ritireranno sulla linea concordata per prepararsi al rilascio di un ostaggio. Durante questo periodo, tutte le operazioni militari, compresi i bombardamenti aerei e di artiglieria, saranno sospese e le linee di battaglia rimarranno congelate fino a quando non saranno soddisfatte le condizioni per il ritiro completo e graduale.

4. Entro 72 ore da quando Israele accetterà pubblicamente l’accordo, tutti gli ostaggi vivi e morti saranno restituiti. 5. Una volta che gli ostaggi saranno rimpatriati, Israele libererà 250 detenuti palestinesi che scontano l’ergastolo e 1.700 abitanti di Gaza arrestati dall’inizio della guerra, tra cui tutte le donne e i minori. Per ogni ostaggio israeliano i cui resti vengono restituiti, Israele restituirà i resti di 15 abitanti di Gaza deceduti.

6. Una volta che tutti gli ostaggi saranno resi, ai membri di Hamas che si impegnano alla coesistenza pacifica e consegnano le armi sarà concessa l’amnistia, mentre ai membri che desiderano lasciare la Striscia sarà garantito un passaggio sicuro ai paesi di accoglienza.

7. Una volta sottoscritto l’accordo, gli aiuti arriveranno nella Striscia in quantità non inferiori a quelli fissati nell’accordo di ostaggi del 19 gennaio 2025, che prevedeva 600 camion al giorno. Saranno attuati anche gli impegni su ripristino delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature) e di ospedali e panetterie, e sull’ingresso delle attrezzature necessarie per rimuovere le macerie e aprire le vie di comunicazione. 

8. Gli aiuti saranno distribuiti – senza interferenze da entrambe le parti – dalle Nazioni Unite e le sue agenzie, e dalla Mezzaluna Rossa, insieme ad altre organizzazioni internazionali non associate nè a Israele nè ad Hamas. L’apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta alle previsioni dell’accordo del 19 gennaio 2025.

9. Gaza sarà governata transitoriamente da un esecutivo tecnocratico e apolitico palestinese, che sara’ responsabile della fornitura di servizi quotidiani al popolo della Striscia. Questo comitato sarà composto da palestinesi qualificati ed esperti internazionali, con la supervisione e la supervisione di un nuovo organo internazionale di transizione, il ‘Consiglio di pace’, che sarà guidato e presieduto dal presidente Donald Trump, con altri membri e capi di Stato, tra cui l’ex primo ministro Tony Blair.

Questo organismo stabilirà il quadro e gestira’ i finanziamenti per la riqualificazione di Gaza fino a quando l’Autorità Palestinese non avrà completato il suo programma di riforme, come delineato in varie proposte, tra cui il piano di pace del presidente Trump nel 2020 e la proposta franco-saudita. A quel punto, l’Anp potrà riprendere il controllo di Gaza in modo sicuro ed efficace. Questo organismo farà appello ai migliori standard internazionali per creare una governance moderna ed efficiente che serva la popolazione di Gaza e favorisca l’attrazione degli investimenti.

10. Sara’ varato un piano Trump di sviluppo economico per ricostruire Gaza con la partecipazione di esperti che hanno già contribuito alla costruzione delle moderne città del Medio Oriente, tenendo in considerazione piani esistenti volti ad attirare investimenti e creare posti di lavoro.

11. Sarà istituita una zona economica speciale, con tassazione ridotta da stabilire con i paesi che parteciperanno alla ricostruzione.

12. Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza e a chi sceglie di andarsene sarà permesso di tornare. Gli abitanti di Gaza saranno incoraggiati a rimanere nella Striscia e sarà offerta loro l’opportunità di costruire un futuro migliore.

13. Hamas e altre fazioni non avranno alcun ruolo nella governance di Gaza, direttamente, indirettamente o in qualsiasi forma. Tutte le infrastrutture militari, terroristiche e offensive, compresi i tunnel e gli impianti di produzione di armi, saranno distrutte e non ricostruite. Ci sarà un processo di smilitarizzazione di Gaza sotto la supervisione di osservatori indipendenti, che includerà la messa fuori uso permanente delle armi attraverso un processo concordato di smantellamento, e sostenuto da un programma di riacquisto e reintegrazione finanziato a livello internazionale, il tutto verificato dagli osservatori indipendenti. La nuova Gaza sarà pienamente impegnata a costruire un’economia prospera e a una coesistenza pacifica con i suoi vicini.

14. I partner regionali saranno garanti della sicurezza e faranno si’ che Hamas e le altre fazioni di Gaza rispettino i loro obblighi, e che Gaza cessi di rappresentare una minaccia per Israele o il suo stesso popolo.

15. Gli Stati Uniti lavoreranno con partner arabi e altri partner internazionali per creare una forza di stabilizzazione internazionale temporanea – Isf – che sarà dispiegata immediatamente a Gaza per supervisionare la sicurezza nella Striscia. L’Isf addestrerà e fornirà sostegno alle forze di polizia palestinesi controllate a Gaza e si consulterà con la Giordania e l’Egitto che hanno una vasta esperienza in questo campo. Le Isf lavoreranno con Israele ed Egitto per aiutare a proteggere le aree di confine, insieme alle forze di polizia palestinesi di recente addestramento. È fondamentale impedire l’ingresso di munizioni a Gaza e facilitare il flusso rapido e sicuro di merci per ricostruire e rivitalizzare Gaza. Le parti concorderanno un meccanismo di distensione.

16. Israele non occuperà o annetterà Gaza. Man mano che l’Isf prenderà il controllo, le Forze di Difesa Israeliane (Idf) si ritireranno sulla base di standard e scadenze legati alla smilitarizzazione che saranno concordati tra l’Idf, l’Isf, i garanti e gli Stati Uniti, con l’obiettivo di una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l’Egitto o i suoi cittadini. Di fatto, l’Idf consegnerà progressivamente il territorio di Gaza che occupa all’Isf, in base a un accordo da sottoscrivere con l’autorita’ di transizione, fino a quando non sarà completamente ritirato da Gaza, fatta eccezione per una presenza sul perimetro di sicurezza che rimarrà fino a quando Gaza non sarà adeguatamente protetta da qualsiasi minaccia terroristica risorgente.

17. Se Hamas ritardasse o respingesse questa proposta, si procederebbe comunque con il piano nelle aree occupate che l’Idf consegnerà gradualmente all’Isf.

18. Sarà avviato un processo per de-radicalizzare la popolazione. Questo includerà un dialogo inter-religioso basato sui principi di tolleranza e coesistenza pacifica che, sottolineando i benefici della pace, porti a cambiare mentalità e narrazioni in Israele e a Gaza.

19. Quando la riqualificazione di Gaza sarà in fase avanzata e il programma di riforma dell’Anp portato a compimento, potrebbero esservi finalmente le condizioni per un percorso credibile verso l’auto-determinazione e uno Stato palestinese, che riconosca le aspirazioni del popolo palestinese.

20. Gli Stati Uniti stabiliranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico di coesistenza pacifica dei due popoli.

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