AGI – Le azioni del colosso immobiliare cinese China Evergrande Group, in difficoltà, saranno ritirate dalla quotazione alla Borsa di Hong Kong. Lo rende noto un documento depositato dalla Borsa. “Il Comitato per la Quotazione della Borsa ha deciso di annullare la quotazione della Società poichè la Società non ha soddisfatto nessuno dei requisiti stabiliti nelle Linee Guida imposte dalla Borsa, e la negoziazione delle azioni è rimasta sospesa”, si legge nel documento.
Anche un dipinto di Monet tra i beni della società
C’è anche un dipinto di Claude Monet tra i beni della società immobiliare China Evergrande Group. La preziosa tela dell’impressionista francese fa parte del patrimonio dell’azienda, di cui i liquidatori hanno recuperato solo 255 milioni di dollari dall’inizio della procedura formale avviata 18 mesi fa. Ciò testimonia, sottolinea il Financial Times, la portata della sfida nel districare la società immobiliare più indebitata al mondo. I beni recuperati finora ammontano a meno dell’1% del patrimonio totale del gruppo, pari a 1,8 trilioni di yuan (250 miliardi di dollari) nel 2022. Il default di China Evergrande Group sui titoli obbligazionari internazionali ha sconvolto i mercati e segnato l’inversione di tendenza di un boom immobiliare durato diversi decenni nella Cina continentale. Nel gennaio 2024, un tribunale di Hong Kong ha emesso un ordine di liquidazione, ponendo fine alle trattative di ristrutturazione con gli obbligazionisti offshore. La società Alvarez & Marsal è stata incaricata di liquidare l’entità di China Evergrande Group quotata a Hong Kong.
La stragrande maggioranza dei suoi beni si trova nella Cina continentale, che opera sotto un regime giuridico separato: di qui la difficoltà a reperirli. Non solo, ma Pechino ha inoltre dato priorità al completamento dei progetti edilizi incompiuti.
Le entità controllate dai liquidatori sono state valutate a soli 3,5 miliardi di dollari a gennaio dello scorso anno. Sono stati recuperati 11 milioni di dollari dalla holding con sede a Hong Kong e 244 milioni di dollari dalle controllate, di cui 167 milioni sono stati interamente realizzati. Alvarez & Marsal ha avvertito che “gli stakeholder non devono dare per scontato che l’intero importo di 244 milioni di dollari sarà a disposizione della società”. I fondi recuperati provengono dalla vendita di attività “non strategiche”, tra cui automobili, tessere di club, obbligazioni scolastiche e opere d’arte, tra cui appunto un dipinto di Claude Monet che è stato venduto nell’ambito della liquidazione. Il Financial Times non è riuscito a stabilire quale dipinto dell’impressionista francese sia stato venduto.
Il passivo di Evergrande
China Evergrande Group aveva un passivo totale di 2,4 trilioni di yuan secondo il bilancio annuale 2022, pubblicato con notevole ritardo. Nel marzo dello scorso anno, le autorità cinesi l’hanno accusata di aver gonfiato i ricavi di 80 miliardi di RMB nel 2019 e nel 2020. Alvarez & Marsal ha sottolineato la “portata e la complessità” delle operazioni di China Evergrande Group, con 1.300 progetti in fase di sviluppo in più di 280 città, come una sfida per il recupero dei beni. “Il valore del patrimonio liquidativo della Società – le sue attività e passività – è talmente incerto da rendere impossibile per i liquidatori fornire qualsiasi indicazione in merito alle aspettative di dividendi in questo momento”, ha affermato.
I liquidatori hanno anche avviato un’azione legale contro la società di revisione PwC China, che lo scorso anno è stata multata dalle autorità cinesi per 441 milioni di dollari e sospesa per sei mesi. La liquidazione di China Evergrande Group è seguita con attenzione dagli investitori di decine di altri gruppi immobiliari cinesi che sono in trattative di ristrutturazione e rischiano anch’essi di essere sottoposti a procedura di liquidazione a Hong Kong. Secondo quanto riportato dal Financial Times, nonostante anni di trattative di ristrutturazione, è stato recuperato meno dell’1% dei circa 150 miliardi di dollari di obbligazioni immobiliari offshore