AGI – Il partito filo-europeo PAS della presidente Mai Sandu è in testa nettamente alle elezioni parlamentari della Moldavia, segnate da accuse di interferenza russa, secondo un conteggio parziale della Commissione elettorale di quasi l’85% dei voti. Il Partito per la Verità e l’Azione (PAS), al potere dal 2021, è risultato il primo con il 45% dei voti contro il 27,65% del Blocco Patriottico filo-russo. Circa il 52% degli elettori moldavi ha preso parte a queste elezioni decisive per il futuro del Paese, tra un ulteriore riavvicinamento all’Unione Europea o il ritorno all’ovile russo. L’affluenza nel 2021 era stata del 52,3%.
La denuncia del premier su Fb
“Sabato e domenica, le infrastrutture relative al processo elettorale sono stati sottoposti a diversi tentativi di attacchi informatici, causando il blocco di circa 4mila siti”, aveva fatto sapere su Facebook il primo ministro moldavo Dorin Recean, secondo il quale “tutti gli attacchi sono stati rilevati e neutralizzati in tempo reale, senza compromettere il processo elettorale“.
Partiti in competizione e scenari politici
A contendersi i 101 seggi del Parlamento di Chisinau sono 14 partiti, quattro blocchi e quattro candidati indipendenti ma la vera partita è a due. Da una parte il Partito di Azione e Solidarietà (Pas) della presidente Maia Sandu, che spinge per l’integrazione nell’Ue della piccola repubblica stretta tra Romania e Ucraina. Dall’altra il Blocco Patriottico, alleanza di partiti filorussi, guidati da socialisti e comunisti, con a capo l’ex presidente Igor Dodon.
Risultati elettorali e possibili alleanze
Alle elezioni del 2021 il Pas ottenne da solo la maggioranza assoluta, ma i sondaggi escludono che un simile risultato possa ripetersi, con l’ultima rilevazione che ne stima i consensi al 28,6%. Molte riforme promesse non sono state attuate e alla disaffezione degli elettori, un terzo dei quali è ancora incerto, ha contribuito l’impatto economico della guerra in Ucraina su un Paese che è già tra i più poveri d’Europa. Il Blocco Patriottico è invece dato dai sondaggi più recenti al 13,9% ma potrebbe contendere il governo al candidato del Pas, Igor Grosu, se riuscisse ad accordarsi con forze di orientamento affine come il Pn dell’ex sindaco di Balti, Renato Usatii, filorusso e di sinistra, che potrebbe superare il 10%. Cruciale potrebbe essere infine il ruolo del Blocco Alternativo, una coalizione di centrosinistra che sulla carta si presenta come filoeuropea ma di fatto è guidata da figure vicine a Dodon, come l’ex sindaco di Chisinau, Ion Ceban, e Ion Chicu, che fu primo ministro durante la presidenza di Dodon.
Tensioni e propaganda politica
Che la posta in gioco sia alta è evidente dai toni apocalittici utilizzati dalle opposte propagande. Lunedì scorso Sandu, in un accorato appello alla nazione, aveva avvertito che alle urne sono in ballo “la sovranità, l’indipendenza, l’integrità e il futuro europeo” della Moldavia e accusato la Russia di aver mobilitato enormi risorse per influenzare il voto. Il giorno dopo la Tass, l’agenzia stampa del Cremlino, aveva diffuso una velina dell’Svr, il servizio segreto estero di Mosca, nella quale veniva paventata addirittura un’occupazione militare europea della Moldavia in coordinazione con uno sbarco della Nato a Odessa allo scopo di “intimidire la Transnistria“.
Importanza strategica della Moldavia
Se la Moldavia, priva di sbocco al mare, è così importante è anche per la sua peculiare posizione geografica. A Sud c’è la base rumena di Costanza, destinata a diventare la più grande installazione della Nato d’Europa. E a Est, a separarla dal territorio ucraino, c’è, appunto, la Transnistria. Questa striscia di terra che percorre il confine orientale è un’autoproclamata repubblica che risponde direttamente a Mosca e ospita la base russa di Cobasna, sede del più grande deposito di munizioni d’Europa. Filorussa è anche la regione autonoma di Gagauzia, situata nel meridione.
Dipendenza energetica e ruolo nel conflitto ucraino
Non solo. I porti sul Danubio della Moldavia si sono rivelati una rotta fondamentale per le esportazioni di grano ucraino, in alternativa ai corridoi del Mar Nero spesso bloccati dalle forze russe. E proprio il sostegno del Pas all’Ucraina è uno dei punti su cui Mosca fa leva per spingere dalla sua parte l’elettorato di un Paese che, nei primi mesi di guerra, arrivò a ospitare oltre un milione e mezzo di rifugiati ucraini, una cifra pari alla metà di una popolazione moldava dove il tasso di povertà assoluta nel 2022 era arrivato al 31%. Un altro importante asso nella manica del Cremlino è la totale dipendenza energetica della Moldavia dalla Russia, la cui società statale Gazprom controlla il fornitore locale Moldovagaz.
Possibili scenari futuri
Se nessuno otterrà la maggioranza assoluta e Pn e Blocco Alternativo non faranno scelte di campo chiare, non è impossibile che Sandu acconsenta alla formazione di un governo tecnico sostenuto dai filorussi. Il risultato sarebbe una “soluzione georgiana” ovvero una politica estera ambigua e cerchiobottista che da una parte non chiuderebbe la strada dell’adesione alla comunità europea e dall’altra manterrebbe una posizione neutrale nei confronti del conflitto in Ucraina e si riavvicinerebbe a Mosca senza per questo legarvisi.