AGI – L’esercito cinese ha annunciato di aver avviato nuove manovre intorno a Taiwan con munizioni vere, alle quali partecipano unità dell’esercito, della marina e dell’aviazione per “avvicinarsi all’isola da più direzioni” e “lanciare un serio avvertimento alle forze separatiste che cercano l’indipendenza dell’isola e alle forze di interferenza esterna”. L’esercito sta utilizzando cacciatorpediniere, fregate, caccia, bombardieri e droni. “Le autorità militari cinesi hanno inoltre definito l’esercitazione un’azione “legittima e necessaria” per “proteggere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale”.
“Queste esercitazioni si concentrano principalmente su pattugliamenti di preparazione al combattimento marittimo-aereo, assunzione del controllo integrale, blocco di porti e zone chiave e deterrenza esterna tridimensionale”, si legge in un comunicato del Comando del Teatro Orientale delle Operazioni pubblicato sull’account ufficiale del social network WeChat.
Le esercitazioni, denominate “Missione Giustizia-2025”, si svolgono dopo una nuova escalation di tensioni nello Stretto, in un contesto caratterizzato dal rafforzamento del sostegno militare statunitense a Taipei e dalle recenti visite sull’isola di responsabili politici giapponesi, in un momento di deterioramento delle relazioni tra Cina e Giappone sulla questione di Taiwan.
Taipei condanna con forza l'”intimidazione militare”
Taiwan ha condannato “duramente” l’uso dell'”intimidazione militare” da parte della Cina. “In risposta al mancato rispetto delle norme internazionali da parte delle autorità cinesi e all’uso dell’intimidazione militare per minacciare i paesi vicini, Taiwan esprime la sua forte condanna”, ha dichiarato in un comunicato la portavoce dell’Ufficio presidenziale, Karen Kuo.
Il ministero della Difesa di Taiwan ha inoltre definito le esercitazioni cinesi delle “provocazioni irrazionali” e “molestie militari”. Taipei ha quindi assicurato di aver attivato un centro di risposta e di aver dispiegato forze “adeguate” in conformità con i protocolli per “proteggere la libertà e la democrazia” e salvaguardare la sovranità nazionale. Il ministero della Difesa ha sottolineato che “difendere la democrazia e la libertà non è una provocazione” e che l’esistenza della Repubblica di Cina (nome ufficiale di Taiwan) “non può essere utilizzata come pretesto da un aggressore per alterare lo status quo”.



