AGI – Con l’aumento dell’intensità e della gravità delle ondate di calore legate al cambiamento climatico, i lavoratori – soprattutto i più fragili – rischiano di incorrere molto più spesso in una qualche forma di disabilità. E’ quanto emerge da un nuovo studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato su Generations.
Utilizzando dati rappresentativi a livello nazionale, i ricercatori hanno scoperto che i lavoratori che svolgono lavori all’aperto, come l’agricoltura o l’edilizia, o lavori al chiuso con scarsa climatizzazione, hanno maggiori probabilità di segnalare problemi di salute che limitano la loro capacità lavorativa.
Queste occupazioni sono svolte in modo sproporzionato da uomini, immigrati e individui con basso status socioeconomico, che hanno anche maggiori probabilità di avere comorbilità, come obesità o diabete.
“Il caldo estremo non è solo un problema ambientale, ma anche un problema di salute e di forza lavoro“, ha affermato Mara Getz Sheftel , docente presso il Rutgers Center for State Health Policy presso l’ Institute for Health, Health Care Policy and Aging Research e autrice principale dello studio. “I nostri risultati mostrano che le popolazioni emarginate hanno maggiori probabilità di essere esposte al caldo sul lavoro e di subire conseguenze a lungo termine sulla salute”.
Sebbene alcuni stati e città abbiano implementato normative locali in materia di esposizione professionale, gli autori dello studio chiedono politiche federali e locali più rigorose per proteggere i lavoratori dal caldo estremo.



