giovedì, Dicembre 5, 2024
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Concordato preventivo per imprese? Secondo la Cgia di Mestre un “mezzo flop”

AGI – Secondo le prime indiscrezioni rilasciate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, avrebbero sottoscritto il concordato preventivo biennale poco più di 500mila partite Iva che dovrebbero assicurare all’erario 1,3 miliardi di euro. A fronte di 4,5 milioni di lavoratori autonomi e di imprese potenzialmente interessate da questo strumento (di cui 1,8 milioni di forfettari e 2,7 milioni di operatori sottoposti agli Isa).
In merito alle entrate il concordato dovrebbe aver fruttato alle casse dello Stato 1,3 miliardi di euro, rispetto ai 2 miliardi preventivati inizialmente. Pertanto, ogni soggetto che ha sottoscritto questo patto con il fisco ha pagato mediamente 2.600 euro. Se con la scadenza del 31 ottobre scorso l’erario sicuramente incasserà molto meno del previsto, non è che per caso la dimensione economica dell’evasione in capo agli autonomi sia abbondantemente sovrastimata? È la domanda posta dall’Ufficio Studi della Cgia, che valuta “non attendibili” i dati del Mef e giudica il concordato un “mezzo flop”.
Secondo la Cgia nessun altro provvedimento di compliance presentato in passato “era stato modellato su misura come questo, in particolare per chi sistematicamente ha la cattiva abitudine di pagare poche tasse. In via subliminale, il patto proposto dal fisco era basato su questi presupposti: il contribuente dichiara per il biennio 2024-20257 qualcosa in più e conseguentemente paga un po’ più di quanto ha versato in passato, consentendo all’erario di incassare immediatamente la liquidità necessaria per coprire la riduzione delle aliquote Irpef al cosiddetto ceto medio. Per contro, l’Amministrazione fiscale, nello stesso arco temporale, si impegna a limitare la propria azione di controllo, concentrando la propria attività anti-evasione su chi non ha aderito”.
Per chi con la propria attività può fare molto nero, secondo la Cgia, “questo provvedimento ha consentito, con un pagamento relativamente modesto, di congelare per due anni l’attività di accertamento dell’Agenzia delle Entrate nei propri confronti. Considerato che gli imprenditori e i lavoratori autonomi non sono degli stupidi, vuoi vedere che, nonostante il Cpb fosse particolarmente vantaggioso, l’adesione è stata nettamente inferiore alle attese, poiché la propensione all’evasione fiscale di queste categorie sarebbe molto al di sotto delle stime”. 

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