giovedì, Luglio 24, 2025
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Cosa cambia per i risparmiatori con il ddl conti correnti approvato alla Camera

AGI – Un primo via libera che può portare a una sostanziale novità nel rapporto tra banche e clienti. Di preciso cosa cambia dopo l’approvazione in prima lettura di Palazzo Montecitorio (manca il secondo passaggio in Senato) del testo che impedisce agli istituti di credito di rifiutarsi ad aprire un conto corrente e chiuderlo se ha un saldo attivo? Nel dettaglio il provvedimento prevede che “fermo restando l’obbligo di osservare le disposizioni nazionali ed europee in materia di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, la banca non può in alcun caso esimersi dalla stipula di un contratto di conto corrente con chiunque lo richieda”.

E ancora la banca “comunica l’eventuale diniego di stipula, derivante dall’osservanza delle norme antiriciclaggio ed antiterrorismo, motivandolo per iscritto, entro dieci giorni dalla richiesta di apertura del conto corrente“.

 

Dunque al netto dei casi di contrasto con la normativa anti-riciclaggio e anti-terrorismo, “non può recedere dal contratto di conto corrente a tempo determinato o indeterminato quando i saldi siano in attivo”.  La Camera, con 254 voti favorevoli, ha dato il suo placet all’unanimità. 

 

L’iniziativa legislativa potrebbe avere un impatto concreto su molte persone, considerando che in Italia il numero dei conti correnti attivi è di 48.110.106, con un incremento di 5.611.749 unità rispetto al 2019, quando il totale si attestava a 42.498.357. Si tratta di una crescita del 13,2% in cinque anni, dati pubblicati dalla Federazione autonoma bancari italiani (Fabi). In testa alla graduatoria delle prime 30 città c’è Milano con 8.171.863 conti, pari al 17% del totale nazionale, segue Roma con 4.387.201 conti e una quota del 9,1% e al terzo posto Torino con 1.809.859 conti (3,8%).

 

Invece per quanto riguarda la distribuzione territoriale la crescita il Nord Ovest si conferma la prima area per numero di conti, con 18,29 milioni nel 2024, in aumento del +19,2% rispetto al 2019; il Nord Est fa registrare 10,42 milioni di conti, con una crescita del +10,9%; il Centro Italia ha raggiunto i 9,99 milioni (+8,4%); il Sud ha toccato quota 6,30 milioni di conti (+9,5%); le Isole chiudono con 3,11 milioni, in crescita dell’11,5%.

 

Tornando all’iniziativa legislativa, bisogna segnalare che gode di un consenso bipartisan. Al termine delle operazioni di voto Matteo Salvini, leader della Lega, ha affermato: “Il via libera della Camera alla proposta di legge che prevede l’obbligo delle banche di stipula di un contratto di conto corrente ‘con chiunque lo richieda’ è una vittoria della Lega. Si tratta di una nostra battaglia storica a difesa di tutti i cittadini in difficoltà”.

 

Sulla vicenda è intervenuto anche Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo Pd: “Il provvedimento sui conti correnti non è una questione meramente burocratica ma l’ennesimo tassello che la politica deve aggiungere al diritto di cittadinanza completa e che non lascia indietro nessuno. Il diritto che lega cittadini e banche che stiamo discutendo è un obbligo di civiltà”.

 

All’origine del provvedimento ci sono numerose segnalazioni di e denunce di cittadini che segnalavano la chiusura dei loro conti, anche con saldi positivi, senza ragioni specifiche. Esprime soddisfazione anche il Codacons: “È giusto garantire il diritto al conto corrente a tutti i cittadini, senza discriminazioni e limiti basati sulla reddito o su altri criteri iniqui. L’attuale situazione economica, tra pagamenti digitali, nuove tecnologie e home banking, limita fortemente chi oggi non possiede un conto aperto presso un istituto di creditore e crea disparità di trattamento tra i cittadini. Altrettanto importante il divieto per le banche di recedere dai contratti di conto corrente quando il saldo sia in attivo”. 

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