sabato, Novembre 8, 2025
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Cosa ha scatenato la guerra del Giappone contro gli orsi

AGI – Il senso di paura è palpabile in alcune parti del Giappone settentrionale, dove gli abitanti legano campanelli alle borse nella speranza che il rumore tenga lontani gli orsi e dove dappertutto i cartelli avvertono la gente di stare in guardia.

Da aprile gli orsi hanno ucciso 13 persone, un numero record, mentre aumentano le segnalazioni di plantigradi che entrano nelle case, vagano vicino alle scuole e imperversano nei supermercati.

L’anno scorso, il governo ha aggiunto gli orsi all’elenco degli animali soggetti a controllo demografico, annullando la protezione che aveva contribuito a farli prosperare.

Ma le risorse rurali sono ridotte al minimo e il numero di cacciatori è meno della metà di quello del 1980: secondo le ultime statistiche disponibili, nel 2020 se ne contavano circa 220.000, per lo più sessantenni o più.

Così nel periodo 2023-2024 ne sono stati abbattuti più di 9.000 e oltre 4.200 tra aprile e settembre di quest’anno, mille solo nella prefettura di Akita. “Sentiamo notizie quasi ogni giorno di persone attaccate o ferite”, dice il 28enne Kakeru Matsuhashi, un ‘Matagi’ o cacciatore tradizionale, mentre cammina in una foresta con un coltello in mano. “Sta diventando qualcosa di personale, ed è semplicemente spaventoso”.

Nella prefettura settentrionale di Akita quest’anno il numero di vittime è il doppio del precedente record registrato tra il 2023 e il 2024. I dati sono frammentari per alcune regioni, ma negli ultimi anni il Giappone ha registrato uno dei più alti numeri di attacchi mortali a livello globale.

Keiji Minatoya, anche lui di Akita, lo sa bene: nel 2023, un orso è saltato fuori dal suo garage, lo ha scaraventato a terra e gli ha affondato i denti nella faccia. “Pensavo: ‘Ecco come muoio'”, racconta Minatoya, 68 anni, che è riuscito a fuggire e a rifugiarsi in casa.

Il governo sta ora cercando di gestire l’ondata di attacchi, che secondo gli scienziati è dovuta alla rapida crescita della popolazione di orsi, combinata con il cattivo raccolto di ghiande di quest’anno, che fa sì che alcune montagne siano “sovraffollate” di orsi affamati.

L’esercito è stato schierato per fornire supporto logistico per la cattura e la caccia, mentre la polizia potrà usare i fucili per abbattere gli animali. A Iwate, una regione vicina ad Akita, il corpo di un 67enne dilaniato da un orso è stato trovato fuori dalla sua casa, un sessantenne è stato aggredito mentre puliva una vasca da bagno all’aperto in un remoto resort termale e il suo corpo è stato ritrovato in un bosco vicino.

I dati ufficiali mostrano che anche il numero di feriti è destinato a raggiungere un record: sono oltre 100 nei sei mesi da marzo a settembre. Un problema importante è la popolazione di orsi in rapida espansione, che sta crescendo rapidamente a causa dell’abbondanza di cibo e il clima più caldo.

La popolazione di orsi bruni in Giappone è raddoppiata in trent’anni e ora si attesta intorno ai 12.000 esemplari, mentre il numero di orsi neri asiatici è aumentato sull’isola principale del Paese, Honshu, raggiungendo i 42.000 esemplari.

In alcune montagne, dice secondo Naoki Ohnishi, ricercatore del Forestry and Forest Products Research Institute “la popolazione di orsi ha superato la capacità delle montagne di contenerli”.

Ma anche se l’aumento delle temperature ha portato a raccolti più frequenti e abbondanti di ghiande, ogni due anni, come parte del loro normale ciclo colturale, si ha un raccolto scarso. Quest’anno, così come nel 2023, la disponibilità è scarsa e questo ha portato alcuni orsi, insieme ai loro cuccioli, a vagare per le città in cerca di cibo.

Con il contatto con gli esseri umani, i cuccioli in particolare diventano meno timorosi e sviluppano un gusto per i prodotti agricoli e per i frutti comuni come il cachi, dice Shinsuke Koike, professore dell’Università di Agraria e Tecnologia di Tokyo.

Il costante spopolamento rurale dovuto a un tasso di natalità cronicamente basso e al trasferimento dei giovani in città ha inoltre ridotto la presenza umana ai margini delle foreste e delle montagne, sfumando i confini tradizionali tra persone e orsi.

Hajime Nakae, professore di medicina d’urgenza e critica nell’Ospedale Universitario di Akita, cura le ferite causate degli orsi da trent’anni e ha spiegato che la loro natura sta cambiando man mano che gli animali hanno meno paura degli esseri umani.

In alcuni incontri di anni fa, un orso spaventato poteva colpire un essere umano in faccia prima di fuggire, ma ora “ti carica da circa 10 metri e poi ti salta addosso”. “Abbatterli per ridurne il numero è l’unico modo efficace per far calare il rischio per la popolazione locale” dice Ohnishi.

Nell’immediato futuro le speranze sono affidate al letargo: secondo Koike e Ohnishi almeno in questo i modelli di comportamenti degli orsi non sono cambiati. 

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