AGI – Ha guidato la formazione di Premier League con l’età media più bassa di sempre, 24 anni e 36 giorni, a conquistarsi un quarto posto che vale la Champions League e poi al trionfo in Conference League: questa è la stagione della definitiva consacrazione per Enzo Maresca, il tecnico italiano amante degli scacchi che ha rimesso a posto tutti i pezzi al Chelsea. Il patron dei Blues, Todd Boehly, lo aveva scelto dopo la promozione in Premier con il Leicester City per inaugurare la linea giovani, dopo anni di spese folli e gestioni tecniche dissennate.
“Speriamo che possa essere un punto di partenza verso nuovi successi”, ha commentato il 45enne allenatore di Pontecaiano Fagnano, nel Salernitano, nella pancia dello stadio di Breslavia dove il Chelsea ha sconfitto in finale per 4-1 il Betis Siviglia. “Per costruire una mentalità vincente, devi vincere partite e competizioni. Questo trofeo ci renderà migliori ma sono anche molto orgoglioso di quanto fatto in Premier League, la competizione più difficile del mondo”.
Maresca, che a Stamford Bridge è subentrato all’esonerato Mauricio Pochettino, ha saputo valorizzare la rosa a disposizione sfrondadola e ringiovanendola. A inizio stagione lo criticavano perché la squadra incassava troppe reti e ne sprecava in quantità industriale. Ma ora ha convinto tutti al Chelsea, il più ‘italiano’ dei club inglesi avendo avuto in panchina Gianluca Vialli e Roberto Di Matteo, Claudio Ranieri a Carlo Ancelotti, Antonio Conte e Maurizio Sarri.
Dopo una carriera da centrocampista con il vizio del gol in cui aveva collezionato 490 presenze tra Serie A e B (alla Juventus restano famose le ‘corna’ di esultanza di un derby), Liga (con doppietta in finale per una Coppa Uefa vinta dal Siviglia), Grecia e Inghilterra, Maresca aveva preso il patentino al Supercorso di Coverciano con una tesi su “Il calcio e gli scacchi”.
Maresca aveva iniziato a studiare da allenatore quando era al Malaga, imparando da Manuel Pellegrini, e proprio gli scacchi, approfonditi a Palermo con un insegnante, gli hanno dato destrezza per ideare tattiche e strategie e creatività per il fattore sorpresa, come ha ammesso lui stesso. In panchina si spiega anche così la sua metamorfosi da umile pedone a ‘re’ di un Chelsea tornato vincente. Sì, perché dopo il ritiro nel 2017 le prime esperienze in panchina erano state da vice all’Ascoli, al Siviglia e al West Ham, poi l’Under 23 del City.
Seguì un esonero dopo pochi mesi da allenatore del Parma in Serie B, nel 2021, e il ritorno al City di Guardiola che si è definito “fortunato” ad averlo avuto come vice. La stagione successiva arriva sulla panchina del Leicester e lo riporta dalla Championship alla Premier League vincendo il campionato con 97 punti. Quindi il grande salto del ‘pedone’ che è tornato a far parlare italiano il calcio d’Oltremanica.