AGI – Nel giorno in cui i vertici europei sono riuniti per decidere come rispondere alla scadenza del 9 luglio dei super dazi di Donald Trump, la Casa Bianca ha lasciato intendere che potrebbe esserci una proroga. “Spetta al presidente decidere – ha commentato la portavoce, Karoline Leavitt, rispondendo alle domande incalzanti dei giornalisti – (quella del 9 luglio, ndr) non è una data decisiva”
Posizioni divergenti tra Berlino e Francia
Il messaggio, che lascia tutto nell’incertezza ma apre almeno uno spiraglio, può portare ossigeno ai governi europei riuniti con il compito di assegnare alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen un mandato chiaro per rispondere alla posizione americana
Proposta di dazio fisso
Tra chi vuole un accordo nel più breve tempo possibile, come Berlino, e chi punta a mostrare i muscoli, come la Francia, si inserisce Trump, capace di mettere in apprensione le diplomazie e poi di inviare messaggi concilianti, ma sempre tenendo in mano le redini del gioco
Settori chiave e trattative
La scorsa settimana era emersa la posizione della Commissione europea pronta ad accettare un dazio fisso del 10 per cento sulle proprie esportazioni verso gli Stati Uniti, ma a condizione che l’accordo venisse definito in modo condiviso
Incontro tra von der Leyen e Trump
L’obiettivo, secondo alcune fonti, sarebbe quello di evitare dazi più pesanti su settori chiave come la componentistica elettronica, i veicoli e i prodotti farmaceutici. Von der Leyen ha già incontrato in bilaterale Trump, al quale ha fatto presente la situazione
Richieste di Washington
I toni trionfalistici mostrati dalla Casa Bianca e dallo stesso tycoon riguardo alla decisione degli alleati europei alla Nato di accettare il diktat del cinque per cento di spesa del Pil per la Difesa rappresentano già una vittoria del presidente, e potrebbero favorire una nuova apertura verso l’Unione europea da parte di Trump
Tempistiche e messaggi
Il suo staff ha più volte ricordato, non pubblicamente, che a Washington non hanno interesse ad alzare un muro con l’Europa, ma vogliono garanzie e un trattamento diverso rispetto al passato, sia riguardo l’impegno Nato sia nel bilancio commerciale.